Sabato 11 aprile 2020
Sabato
Santo
Amiche e amici
carissimi e preziosi, Buona Vigilia della Pasqua!
Oggi
siamo invitati a contemplare il silenzio
e il lutto.
Eccoci
giunti al Sabato Santo, unico giorno dell'anno in cui la Liturgia non
prevede nessun Rito.
La
Chiesa tace assorta.
Silenzio
che invita a riflettere:
perché questo dramma? Come mi tocca?
Dolore
che chiede di essere accolto e vissuto per dare profondità alla
fede.
"Fuori
dall'accampamento,
oltre le mura della città",
ne parlavamo ieri, non è solo indicazione geografica ma anche
segnale di zona non custodita, estranea, dove c'è pericolo, senza
protezione, appunto per gente infida; quindi giusta
per i condannati, per
le esecuzioni capitali appunto, che eliminano il marcio della
società.
Gesù
è morto così tra atroci
sofferenze, abbandonato dagli amici, sotto la furia delle crudeltà
della sua gente sobillata dai capi dei Giudei, e, quasi non bastasse,
in un luogo di disgrazia
e di morte, "Calvario
luogo del teschio". Ma il
fuoco dell'amore del
Salvatore per noi è
rimasto ben acceso.
Mi
ha commosso la morte di tanti medici
(ad oggi 109), infermieri,
sanitari...
morti sul campo. Ne voglio ricordare due tra gli ultimi uccisi dal
coronavirus: il dott.
Nabeel Khair cristiano
palestinese medico di famiglia a Tonara e storica Guardia medica di
Aritzo, competente e amatissimo e la dott.ssa
Samar Sinjab, siriana che
operava a Treviso, che anche dalla sala di rianimazione rispondeva
con messaggi ai suoi pazienti che chiedevano indicazioni e consigli.
Anche loro, entrambi sessantaduenni, morti "oltre
le mura", non solo per
la solitudine imposta dai pericoli del contagio, ma anche lontani dai
loro paesi d'origine. Testimoni, per dedizione professionale e per
umanità, di sacrificio fino al dono della vita. La Passione
di Cristo continua
anche in loro. Assieme a tanti altri che, con Gesù, sono tra i mille
e mille crocifissi di questo mondo di oggi. Fuori della città per
morire, ma anche da morti: senza l'addio dei familiari, dei tanti
amici e pazienti che avrebbero voluto accompagnarli con un fiore, una
preghiera, scambiando magari con un vicino ricordi, gratitudine,
lutto.
Anche
Gesù è stato deposto, dopo le braccia tenere e dolorose della
Madre, in un sepolcro offerto, all'ultimo momento, dal sussulto di
fede e di coraggio di Giuseppe di Arimatea, credente in incognito
"per timore"
(Gv19,38). Così a uno a uno, a gruppetti si sono fatti vicini, le
donne prima, loro sentono di più con amore e con intuito profondo,
che dopo la morte c'è ancora qualcosa che lega e che vive; e poi
anche gli apostoli timidamente, ancora vergognosi per essere fuggiti
vinti dalla paura, si accostano desiderosi e incerti alla Madre;
ma dalle sue labbra non uno sguardo né un cenno di distacco o
rimprovero, solo
accoglienza e rinnovato affetto.
Spunti
per la preghiera/riflessione
Che
cosa sta iniziando a scaturire dal silenzio – dolore (lutto)
di questo Sabato Santo?
Provo a iniziare la
condivisione, dicendo qualcosa di quanto sento:
--1).
Sotto il grande dolore della perdita di tanti fratelli che non si
sono tirati indietro e si sono lasciati spezzare la vita, riscopro
la fierezza di essere uomo e nuova fiducia nell'umanità.
--2).
I due medici di etnie diverse mi ricordano che l'umanità è una
sola e che tutti gli uomini sono ugualmente degni
di rispetto.
--3).
"Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me"
(Gal 2,20). Per me:
ecco il segreto per
ri-centrare la vita e
renderla benedizione per chi mi avvicina. Essere profumo di Dio e
spargerlo con il proprio stile di vita.
Ora
ciascuno è invitato a dirsi e a dire,
con chi è almeno virtualmente vicino, quel che il Signore gli ha
suggerito.
Concludiamo
con questa immagine, in cui contempliamo la Maddalena in adorazione
del Corpo di Gesù mentre tiene tra le mani i suoi piedi, i suoi
gesti ci rivelano quanto lo amasse: esprimono delicatezza, tenerezza,
dolore composto e silenzioso per l'Amore trafitto. Nei gesti della
Maddalena desideriamo raccogliere
tutti i gesti
che
i familiari e gli amici delle vittime del coronavirus non hanno
potuto fare.
Si
tratta di un particolare del Compianto
sul Cristo Morto
di Sandro Botticelli, del 1495 circa, conservato nell'Alte
Pinakothek a Monaco di Baviera.
Arrivederci
amiche e amici, che il Signore oggi
ci faccia riscoprire
il sapore del silenzio e come il dolore può essere rivelazione
d'amore.
Vostro P. Enrico
s.j.
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