lunedì 29 giugno 2020

ESTATE 2020 - COMUNICAZIONI


In uscita verso ciò che il nostro cuore desidera

Carissimi amici,
molti di voi aspettavano una comunicazione sul destino degli 
Esercizi Spirituali per Famiglie di quest'estate. 
Eccoci!
 
I referenti delle varie sedi, insieme ad alcuni rappresentanti delle équipes di guide, si sono incontrati "a distanza", dopo aver raccolto le informazioni riguardo alla disponibilità delle sedi e alle normative relative alla sicurezza Covid-19.
 

Il discernimento approfondito, nello spirito di comunione ed apertura, ha portato ad alcune decisioni che ora condividiamo con voi.
 
La sede dell'Alpe di Poti, in Toscana, effettuerà gli Esercizi Spirituali "in presenza" con un numero limitato di famiglie, potendo garantire il rispetto delle norme di sicurezza Covid.
 
Le altre 7 sedi:
Borca di Cadore (Veneto), Borgo Valsugana (Trentino),
Domodossola (Piemonte), Paestum (Campania),
Lagonegro (Basilicata), Sant'Alfio (Sicilia),
Pozzo di Sichar (Sardegna),
 
non effettueranno quest'estate gli Esercizi "in presenza", non essendo possibile per vari motivi l'organizzazione e la gestione della settimana in sicurezza e serenità.
 
 Sarà comunque, a breve, messa a punto una traccia "leggera",
fatta di spunti di preghiera per meditare e rileggere il tempo che abbiamo vissuto
e si stanno organizzando proposte più o meno articolate in alcune sedi
(giornate insieme all'aperto, pellegrinaggi in città e altro...).

Ogni famiglia, inoltre, potrà utilizzare gli spunti proposti
con i tempi e i modi che più le sono congeniali, là dove si trova. 
Potrà essere l'occasione per molte famiglie
che finora non hanno osato partecipare agli Esercizi Spirituali per Famiglie,
perché magari intimoriti dalla formula della settimana,
di "assaggiare" qualcosa di questa proposta.
 
Scriveteci a  
eessfamiglie@gmail.com
per comunicarci il vostro interesse a partecipare.
Vi forniremo tutte le indicazioni necessarie.
 

Come diceva padre Tomas Spidlik,
quando si trovava in una situazione di difficoltà:
"Che cosa vuole dirmi il Signore con questo?" 
Che cosa, nella situazione contingente dell'impossibilità di fare gli Esercizi Spirituali così come li conosciamo, possiamo accogliere come opportunità? Questo lungo periodo di isolamento a causa della pandemia ha portato senza dubbio tanto dolore, fatica e mancanze, ma ha anche messo in moto il desiderio. E con esso, iniziative e sperimentazioni anche in ambito spirituale. Le famiglie si sono misurate con la difficile gestione dello smart-working e dei figli in casa, presi tra la didattica a distanza e le amicizie coltivate on line. L'impossibilità di partecipare alla Messa a volte ha fatto sorgere celebrazioni in famiglia e momenti di preghiera che prima magari non si riusciva ad attuare. Spesso al termine degli Esercizi, momento "forte" della spiritualità familiare, ci si chiedeva come proseguire poi, una volta tornati nella quotidianità. Oggi siamo chiamati a questa sfida. E le "invenzioni" che possiamo mettere in campo daranno anche la possibilità di avvicinarsi ad altre famiglie.

Aspettiamo le vostre adesioni!

Buone vacanze!

Il coordinamento degli Esercizi Spirituali per famiglie - sulla scia di S.Ignazio di Loyola

I messaggi di padre Enrico - Sacratissimo Cuore di Gesù #58

Venerdì 19 giugno 2020
FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESU'


Amiche e amici carissimi oggi lasciamoci avvolgere

dall'amabile tenerezza e forza dell'Amore di Cristo!



Testi: Dt 7, 6 - 11 Sal 102 1Gv 4, 7 - 16 Mt 11, 25 - 30


Siamo nel XVII secolo e in Francia tra i cattolici prendeva sempre più forza il Giansenismo. Un movimento che "non negava nessun dogma in particolare, ma si dimenticava che Dio è amore, facendo della religione un peso e della morale un insieme di obblighi" (O. De Bertolis S.J. I primi nove venerdì del mese, AdP).

Il Signore stesso intervenne contro una visione rigoristica e fredda che snaturava il senso del rapporto uomo-Dio come Lui lo aveva impostato fino dall'Antico Testamento "voglio l'amore e non il sacrificio" (Os 6,6) citato ben due volte dall'Evangelista Matteo con l'espressione "Misericordia voglio e non sacrifici" (Mt 9,13 e 12,7). Stile che aveva definitivamente chiarito con l'Incarnazione del Figlio "avendo amato i suoi ..., li amò fino alla fine" (Gv 13,1), cioè fino all'estremo segno, un punto così alto, che di più non si può. Il Signore, fedele al suo stile di coinvolgere l'uomo, sceglie come suo solito qualcuno di insignificante agli occhi dei "ben pensanti", sceglie una monaca di clausura addetta nella comunità ai servizi più umili. Si tratta di S. Marguerite-Marie Alacoque che aveva trovato nel gesuita S. Claude La Colombière un prudente e saggio padre spirituale. Apparendo a lei: ha mostrato il suo cuore e ha spiegato, a lei e a tutti noi, che è un cuore di carne, che il suo modo di amare è rivestito di sentimenti, lievitato da emozioni.

- Un cuore che si muove a compassione nel vedere una folla che non ha da mangiare (Mt 15,32);

- che trasmette amore con gli occhi quando si trova davanti il giovane ricco "Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò..." (Mc 10,21);

- che prende per mano "allora prese il cieco per mano lo condusse fuori dal villaggio" (Mc 8,21);

- che si commuove fino al pianto per la morte dell'amico Lazzaro "Gesù scoppiò in pianto" (Gv 11,35).

Oggi diremmo, in modo colloquiale, che "sentiva di pancia" ...E restiamo stupiti: "un amore da Dio", per noi inarrivabile, che trova per esprimersi manifestazioni che sono anche le nostre. E come stiamo male quando dentro di noi sentiamo un amore che vive, che è slancio, che è fuoco e non c'è possibilità di contatto fisico, di abbracci, di carezze... E' quanto stiamo vivendo in questo tempo di pandemia.

E, al contrario, quando ci è dato di incontrare una persona che ci è cara, come ci fa soffrire una carezza rifiutata, un abbraccio negato, uno sguardo di indifferenza!

Ecco: la Festa del Sacratissimo Cuore di Gesù vuole risvegliare la nostra percezione dell'amore di Gesù per noi:

- sentirci guardati con amore, lasciarci da Lui accompagnare sentendo la sua mano sulla nostra spalla, raccogliere le sue carezze che infondono coraggio al cuore....;

- e nello stesso tempo accorgerci di questo suo amore tenero e forte, lasciarlo fiorire nel nostro intimo perchè si espanda e anche altri godano della premura di Dio verso ognuno.

Concludendo, è bello e importante riprendere un desiderio vivissimo e profondo nel Cuore di Gesù, riecheggiato più volte nei Vangeli: "custodiscili nel tuo nome... perchè siano una sola cosa, come noi" (Gv 17,11).

Lasciamoci accompagnare dal Card. Zuppi Arcivescovo di Bologna, che interpreta questo desiderio di Gesù nel tempo di pandemia che stiamo vivendo: "Abbiamo dovuto riflettere sull'interdipendenza dei comportamenti, sulla natura di relazione dei gesti tra noi. Se io sono uno sconsiderato e metto in pericolo qualcuno e scappo, comprometto il suo destino, il mio e quello degli altri. Questa pandemia ci ha legato in una comunità di destino" (da Corriere della Sera 31/5/2020).

Ecco persino la pandemia nasconde parole del Signore per noi!



Spunti per la preghiera/riflessione

- - 1). Mi rendo conto che Dio vede bello in me (così ripeteva Madre Teresa) e raggiunge proprio me con il suo amore tenero e instancabile?

- - 2). Davanti al tanto amore che si posa su di me mi chiedo come posso almeno un poco ricambiarlo e anche irradiarlo attorno a me?




In questo mosaico vediamo rappresentata la visione che ebbe S. Marguerite-Marie Alacoque il 2 luglio 1688, in cui vide Gesù, con il Cuore infiammato, ferito e coronato di spine, che desidera attirarci a se, così poco amato, circondato a sinistra da Maria sua Madre e dalle Figlie della Visitazione, e a destra da S. Claude La Colombière S.J. e San Francesco di Sales, fondatore dell'ordine della Visitazione e gli angeli fanno da corona.

Siamo invitati, in particolare oggi, ad accostarci per contemplarLo e chiedere al Signore di darci un cuore simile al Suo.


Mosaico del Sacro Cuore, Basilica del Sacro Cuore, Cappella di S. Claude La Colombière S.J., 1930, Paray-le-Monial, Francia.




Cari amiche e amici che ci sia data oggi la gioia di essere volto cordiale  e disponibile del Cuore amante di Gesù verso i fratelli.


Con tanto affetto vi abbraccio Vostro P. Enrico S.J.

domenica 14 giugno 2020

I messaggi di padre Enrico - Corpus Domini #57

Domenica 14 giugno 2020
Solennità del Corpo e Sangue di Cristo

Amiche e amici carissimi sono felice di raggiungervi in questa luminosa domenica

per vivere e gustare insieme la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo!



Testi: Dt 8, 2 – 3.14b - 16a Sal 147 1Cor 10, 16 - 17 Gv 6, 51 - 58


La Liturgia di oggi è dinamica procede a pennellate, delicate e nitide, come a cerchi concentrici.

Il testo del Deuteronomio ci parla di un Dio premuroso e partecipe che provvede al nutrimento del suo popolo anche in quella distesa di niente che è il deserto e che per dissetarlo sa far zampillare l'acqua persino dalla dura roccia.

Ci spiega inoltre che la memoria è pane, è sostegno, quando riportiamo al cuore le vicende belle o angosciose, che Dio ci ha aiutato a attraversare, vivendole con noi e per noi. Dio se c'è, è in mezzo al suo popolo: questo è il fondamento della fede dei nostri fratelli ebrei. Questo è l' insegnamento che volentieri riceviamo da loro. Interessante che il parlare di Mosè a nome di Dio si sviluppa tra un "Ricordate" e un "non dimenticare". Sempre l'autore del Deuteronomio ci spiega ancora in modo indubitabile qual è il vero sostegno dell'uomo: la parola di Dio "l'uomo non vive soltanto di pane, ma l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore" (Dt 8,5).

Ed ecco che dal cerchio esterno con il testo di Giovanni ci ritroviamo al centro. In esso scopriamo una notizia stupenda, per noi impensabile: Dio non solo ci dà il pane, ma si fa Lui stesso pane per noi. E ci sorprendiamo di ritrovare anche qui le parole "vivere", "vita" come centrali. Tutto ci è dato dal Signore, come dirà Gesù poco dopo "perchè abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10). Questa è la prima preoccupazione del Signore per te, per me, per ognuno: che viviamo e viviamo con gusto la vita.

Per sette volte nel testo evangelico di oggi c'è l'accostamento mangiare - vivere. "Gesù ci ripete che mangiare la sua carne fa vivere... E carne e sangue non indicano la fisiologia di un corpo umano, ma la totalità della sua umanità, come se Gesù dicesse: prendete come alimento, energia e luce, il dolore e l'amore, la debolezza e la libertà che io ho mostrato con la mia vita" ( P. Ermes Ronchi, Le Ragioni della speranza, Anno A).

Gesù e la sua umanità sono la strada per attingere una pienezza di fede: "Cammina attraverso l'uomo e giungerai a Dio" (S. Agostino citato da S. Tommaso, Esposizione su Giovanni, tratto dal Breviario del sabato della IX sett. T.O.). E subito Gesù spalanca orizzonti entusiasmanti e inarrivabili per l'uomo: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me, vivrà per me" (Gv 6, 56-57). E tutto questo avviene nella più assoluta semplicità, in un piccolo tondo bianco, un velo di farina riscaldato. Dio per amore non solo si è svuotato ma si è azzerato ! Di sorpresa in sorpresa. Ascoltiamo Paolo "Poichè vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane" (1Cor 10,17). Eccoci raccolti in Gesù-Pane in un unico destino fratelli tra fratelli, capaci di fremere e gioire o anche soffrire per il bene o il dolore di ogni fratello, anche del più piccolo.

E in questo tempo di pandemia ci siamo accorti che siamo tutti interdipendenti l'uno dall'altro e anche tutti uguali, - non distinti tra ricchi e poveri, tra forti e fragili -, davanti ai momenti decisivi dell'esistenza.



Spunti per la preghiera/riflessione

- -1). Come vivi il far memoria delle vicende belle o dolorose della tua vita, vedi in esse la presenza luminosa e confortante del Signore?

- - 2). Mangiare il Corpo di Gesù/partecipare all'unico pane ti fa sentire un solo corpo con il Signore e con i fratelli? 
 



Concludiamo con un dipinto: il Torchio Mistico.

"Tra le iconografie più singolari sparse nella nostra penisola, vi è quella del Torchio Mistico: Cristo, schiacciato dalla croce come da un torchio, spremuto nella passione, offre alla Chiesa il sacrificio del suo sangue per la salvezza. La croce pesa su Gesù e si comprende che il frutto da pigiare è il suo stesso corpo. Del resto, tra vino e sangue c’è, in ebraico, una stretta assonanza, poiché il “vino” è detto “sangue dell’uva”. L’espressione mesta e serena del Padre e del Figlio ci conferma che tutta la Trinità è unanime in quest’offerta sacrificale. Due angeli, in primo piano, raccolgono il prezioso vino, cioè il sangue colato dalle piaghe del Salvatore. Testimoni, per noi, di tutto questo sono tre santi: Giovanni Battista, ultimo dei profeti dell’antico Testamento e primo del Nuovo, la Vergine Addolorata e Giovanni Evangelista, primizie della Chiesa presenti sotto la croce" (di Gloria Riva - Avvenire, 03/07/2014). "Torchio mistico" di autore ignoto del XVI – XVII Sec., si trova nella Pinacoteca di Matelica (MC).





Cari amiche e amici che ci sia dato oggi di vivere con gratitudine ed entusiasmo nutriti del Pane che è Cristo.


Con tanto affetto vi abbraccio 

Vostro P. Enrico S.J.