Martedì 14 aprile 2020
Martedì
dell'Ottava di Pasqua
La gioia della
Pasqua continui più vibrante e profonda amiche e amici carissimi e
preziosi!
Oggi chiederemo al
Signore di aiutarci a cogliere un secondo frutto della Resurrezione:
la
Consolazione
Testi:
At 2, 36 - 41 Sal 32(33) Gv 20, 11 - 18
“Maria
invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva... Le disse
Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato
via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le
disse: «Maria!». Essa si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!»,
che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché
non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro:
« Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.”
(Gv 20, 15 – 17)
Sembra
una foto quest' incontro che Giovanni ci presenta con una freschezza
e immediatezza che scende subito al cuore. Ci riempie di stupore,
nostalgia e insieme gioia e fa affiorare ricordi della nostra storia
intima. Quando il cuore piange, gli Angeli e Dio stesso si fanno
vicini con empatia, rispetto, calore, dissipando gelo e buio, e
riaccendendo vita e
speranza.
In tutto l'Antico Testamento la consolazione
è opera caratteristica di Dio, (alla seconda parte del libro del
profeta Isaia, è stato dato il titolo di "libro
della consolazione").
E'
Lui il Consolatore. Perchè
consolare
è si mettere una mano sulla spalla, ma è anche liberare
dal dolore,
aprire spazi di luce e rinnovare energie. Così anche Gesù nel
Vangelo con Maria di Magdala ...
S.
Ignazio, quando negli esercizi spirituali invita a contemplare il
Risorto, annota "Considero
la funzione di consolatore
che Cristo nostro Signore
esercita, paragonandola al modo solito di consolarsi fra amici"
(Es.sp. n.224) ed è toccante che la
prima persona
a
cui Gesù Risorto
appare
(secondo quanto lo stesso Ignazio suggerisce) è Sua
Madre.
Aspetto curioso e quasi unico nella spiritualità moderna che
manifesta la vivissima devozione del Santo di Loyola per Nostra
Signora. Anche Papa Giovanni Paolo II ribadirà questa prima
apparizione del Risorto a Maria sua Madre (Udienza Generale del
21/5/1997).
Un'ultima
annotazione: la consolazione
quando è vera viene solo da Dio ed è irradiante. Così è Maria di
Magdala che recherà la gioia della Bella
Notizia e la consolazione ai
discepoli. Non c'è egoismo né intimismo, ma la pudica e umile gioia
della condivisione, in allegria e vigore rinnovati. San Paolo con la
sua illuminata passionalità, dedicherà l'inizio scintillante della
seconda lettera ai Corinti al tema della consolazione e proclama Dio
"Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione"...
ma dice anche che noi siamo abilitati a consolare chi si trova
nell'afflizione "con
la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio" (2Cor
1, 3 - 7). Quindi noi chiamati a diventare cuori
aperti e trasparenti,
perché il riflesso dell'amore/consolazione
di Dio possa raggiungere i fratelli; lasciamoci guidare dallo Spirito
e superiamo sfiducia e timidezza.
Spunti
per la preghiera/riflessione
-
- 1). Di questo episodio: che cosa ti sorprende? Che cosa entra
in te
come luce?
-
- 2). Consolare secondo la Bibbia è "parlare
al cuore"
(Is 40,1-2). Sai avvicinarti con empatia a chi è nella sofferenza?
Ricordi momenti in cui hai consolato? E a tua volta nei momenti bui
hai saputo lasciarti consolare da Dio, da un fratello?
In
questa immagine, di un autore sconosciuto, contempliamo Gesù
Risorto che appare alla Maddalena.
Vediamo
Gesù in abito azzurro, fuori dal sepolcro, raffigurato nel momento
in cui dice a Maria "Perche
piangi?"
e poi la chiama "Maria"
e con delicata tenerezza asciuga le sue lacrime, Maria
sorpresa si volta,
il suo cuore sussulta di gioia e tutta tremante si inginocchia e lo
chiama "Rabbunì",
spalanca le braccia e cerca di toccarlo, di trattenerlo, e poi
l'invio di Gesù "Và
dai miei fratelli...";
di lato vediamo il sepolcro con l'angelo che, assorto in religioso
silenzio, assiste alla scena.
Che
il Signore ci dia oggi
cari
amici e amiche di crescere
in empatia
e consolare vicini
e lontani.
Vostro P. Enrico
s.j.
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