venerdì 3 aprile 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #26

Venerdì 3 aprile 2020
 
Venerdì della V settimana di Quaresima
Ecco un nuovo giorno che si apre davanti a noi!
Buon cammino carissimi e preziosi amiche e amici.
Nel deserto oltre la stanchezza! Questa sarà, oggi, la nostra richiesta.

Testi: Ger 20, 10 - 13 Sal 17(18) Gv 10, 31 - 42


Ancora pietre contro Gesù! E dopo poco "cercarono nuovamente di catturarlo"!
Il cerchio dell'insofferenza, della gelosia rabbiosa si stringe sempre di più. Anche questa volta a scatenare il loro odio, sono state parole di bontà e di verità proposte in modo affabile: "Io sono il buon pastore...le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono... Il Padre mio, che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10, 14 . 27 - 30). Questa ultima parola è come la chiamata "alle armi" per i farisei. "Raccolsero le pietre per lapidare Gesù", da qui comincia la pagina del Vangelo di oggi. Si quello che Lui fa possiamo sopportarlo purché non di sabato. E' vero ci toglie un pò di popolarità, ma sopportiamo. Ma che con la sua predicazione, si alzi un gradino sopra di noi e ci declassi da maestri ad alunni, questo è insopportabile. Chi crede di essere? Bestemmia! Così pensavano i farisei. Quelle pietre, anche solo minacciosamente raccolte, quanto devono aver ferito il cuore di Gesù! E ancora una volta deve allontanarsi, ma non si rinchiude in un rifugio per starsene lì pauroso, in silenzio, rassegnato. Lo ricordavamo poco tempo fa "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra" e quel fuoco continua ad ardere, ad accendersi là dove è possibile.
Ora è il tempo del deserto proprio là, dove aveva ricevuto il Battesimo da Giovanni. E anche in quella landa, scomoda e solitaria, la gente va a cercarlo e ad ascoltarlo; perché, una volta che si è trovata la Sorgente buona, non se ne può stare lontano. Quell'acqua riporta vita nelle anime inaridite.
Ce la sentiamo vicina questa gente che cerca Gesù e la sua parola, anche nelle scomodità e nelle difficoltà. In questi tempi di restrizioni, di limiti di contatti, metafora del deserto, come mai prima ne avvertiamo la sete di quella parola, la sentiamo indispensabile.
Forse è un tempo, il nostro, in cui senza le emozioni che ci davano la Messa, l'assemblea con tanti amici, ricevere la Comunione dalle mani del sacerdote..., siamo un pò anche noi a cercare e incontrare Gesù nel deserto. Non ci scoraggiamo, il Piccolo principe diceva "il fascino del deserto è che da qualche parte nasconde un pozzo". Verrà il momento del ritorno, degli abbracci, dei Sacramenti ricevuti, della Comunità... e gusteremo come non mai senza la patina del dejà-vu, che, forse senza accorgercene, ci faceva scadere in qualcosa di abitudinario, di scontato.
E vorrei ritornare un attimo al fuoco che trova sempre un luogo dove ardere; e, spento da una parte, si riaccende più vivo dall'altra. Alludo alla tenacia, al non arrendersi, alla capacità di rialzarsi sempre-ogni volta-di nuovo e riprendere il cammino. Guardiamo a Gesù, che già più volte ha rischiato le pietre, ma non si è mai lasciato scoraggiare. Il Card. Martini la chiamava "instancabile ripresa".
Il Signore, al di là delle nostre altalene di umore, attizzi un fuoco, anche una scintilla sola dentro di noi, ma che sia inestinguibile, o sempre capace di riaccendersi.

Spunti per la preghiera/riflessione
__1). "Tutti ti cercano o Cristo, si tutti ti cercano perché tu li hai cercati per primo" (Giovanni Paolo II): ti senti uno dei chiamati che cercano la Sorgente?

__2). Ti fermi a contemplare Gesù che, con mite fermezza, riprende sempre il suo cammino e la sua missione? Che cosa ti dice l'espressione "l'instancabile ripresa"?

__3). Hai trovato il Pozzo nel deserto di oggi? A quali "fontanelle" (letture, preghiere, amici....) ti stai dissetando per cercalo meglio e gustarlo di più.

Buona giornata amici carissimi e a presto!

Vostro P. Enrico s.j.

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