lunedì 2 ottobre 2023

PADRE NOSTRO E FRATELLI TUTTI, DIO È DOVUNQUE

in cammino per Poti
“Padre Nostro”. Il consueto resoconto sugli esercizi spirituali ad Alpe di Poti, che quest’anno si sono tenuti dall’8 al 14 agosto, potrebbe terminare qui. Siamo tutti suoi figli, e dunque suoi eredi: quale miglior catechesi? Provo comunque a sviscerare più in profondità ciò che è stato in quei giorni, sapendo già che le mie povere parole non saranno sufficienti a raccontare i miracoli che abbiamo visto e toccato sul monte. Il canovaccio, in realtà, è sempre il medesimo: la giornata è scandita da momenti di ascolto della Parola, silenzio, preghiera e, aggiungiamo con un pizzico di ilarità, svariate attività ludiche, comprese foto di albe e tramonti in chat come se non ci fosse un domani. Eppure, ogni volta tutti i partecipanti ricevono infiniti doni. C’è chi fa un po’ più fatica ad entrare negli esercizi a motivo di una naturale stanchezza iniziale (spesso giungiamo a Poti dopo un intero anno di lavoro), o semplicemente perché si tratta della prima volta. Il Signore, però, è fedele e continua a bussare alle nostre porte giorno dopo giorno. Meglio ancora: ora dopo ora. Fino a che, talvolta timorosi, gli apriamo. E muove a commozione, allora, vedere tanti fratelli e sorelle, insieme con i loro figli, provenienti da ogni parte d’Italia, che stanno alla continua ricerca di Dio. Ognuno, a Poti, ha il proprio posto del cuore e lì,come e Gesù, “sale sul monte a pregare”. Il vocìo in sottofondo dei bambini e dei ragazzi diventa la musica di Dio che accompagna le nostre meditazioni e i dialoghi di coppia.

suor Carla Cecchetto e i ragazzi

Felice scoperta quella di chiedere ai figli più grandi di fare da animatori, anzi di essere educatori, a quelli più piccoli, in un circolo virtuoso che non conosce fine. Pure loro, i bimbi, a modo loro sono pienamente dentro al cammino degli esercizi spirituali. Questo itinerario, ormai consolidato da più di vent’anni, è come un’isola deserta in mezzo ad un mare di impegni cui tutti siamo tenuti a rispondere. E proprio perché a Poti non c’è nulla, “solo” la super accogliente comunità delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, abbiamo l’opportunità di incontrare il Signore, che viene a trovarci nel sussurro di una brezza leggera. Siamo consapevoli che questo è un tempo privilegiato; nella ferialità non è umanamente possibile replicare quei tempi lunghi, tra figli da accudire, portare a sport, musica, scuola, ripetizione, lavoro fino a tardi, genitori anziani, spese da fare, visite, e chi più ne ha più ne metta. Proprio perché straordinario, tutti i partecipanti tentano di approfittare di ogni singolo istante. Davvero fino all’ultimo secondo Dio può parlarci, anche attraverso un’illuminazione ignaziana. Care le nostre guide. Il colloquio quotidiano come pietra angolare dell’itinerario: mai ci consigliano cosa fare (gli esercizi sono anzitutto una relazione personale con Cristo, col fine di mettere ordine nelle nostre vite); tuttavia, dipanano, con dolcezza, le mille e più paranoie, le preoccupazioni inutili che ci fanno rimanere immobili, impauriti. Benedette siano le guide, e il loro servizio di accompagnamento. Avevo esordito dicendo che è impossibile far passare cosa sono gli esercizi in poco più di mezza paginetta, e lo ribadisco con forza adesso: bisogna provarli. Solo così possiamo comprendere la loro portata nelle nostre esistenze. Epperò, mi auguro di aver passato una suggestione. Sì, mi basterebbe esser riuscito a trasmettere che questo percorso, uno dei mille proposti dalla Chiesa, va nella direzione del nostro bene maggiore. E se non vi fidate dell’estensore di questo pezzo, fidatevi di Dio, che fa grandi tutte le cose. Con una postilla finale: gli esercizi spirituali non terminano l’ultimo giorno, bensì proseguono nella quotidianità: Dio si fa trovare a Poti, ma anche, e soprattutto, nei nostri appartamenti, case, villette, palazzoni, in ufficio, nel puzzo di un autogrill, quando cambiamo un pannolino di cacca, incastrati nel traffico che per coprire un km alle 8 ci mettiamo mezzora (meglio la bici, pubblicità progresso!), allorché arriviamo tardi ad un appuntamento importante (qual è il primo pensiero che abbiamo una volta che ci mettiamo in auto, alla mattina? Siamo sinceri…). Dappertutto, lui c’è. Provare per credere. “Padre Nostro”. Aggiungo: fratelli (e sorelle) tutti.

Francesco Cavallaro

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