venerdì 13 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #5

Venerdì, 13 marzo 2020

Buongiorno amici, oggi 13 marzo 2020, è il settimo anniversario dell'elezione di Papa Francesco, vivremo con gratitudine questa giornata, anche se nella difficoltà.

Mi piace iniziare con un mio ricordo personale, siamo nel 1976 o 1977, in Friuli e una signora che da 12 anni era presidente dei coltivatori diretti della zona, conversando, mi dice: "sa da 12 anni ho questo compito e conosco bene la mia gente, ma dopo il terremoto, è venuto fuori tutto il bene e tutto il male che era in ognuno". I grandi eventi non lasciano mai le cose come stavano, soprattutto se sono prove difficili. E allora, ecco, volevo invitarvi a lasciare uscire fuori da voi tutto quel tesoro di energie di positività di amore che avete nel cuore.

I venerdì di Quaresima, con molta incisività, ci mettono di fronte a quella parte scura che è della nostra realtà, perché con lucidità ne prendiamo atto e possiamo attivare con il forte immancabile aiuto di Dio, efficaci contromisure per non soccombere.
Oggi la prima lettura è ripresa come dire un po' a macchia di leopardo dal capitolo 37 della Genesi, il Vangelo invece da Matteo capitolo 21 versetti 33 - 45.

Ci troviamo davanti a uno spettacolo di divisione e odio che si infiltrano e si scatenano travolgendo fratelli che si lasciano corrodere dal verme dilaniatore dell'invidia e della gelosia, fino alla decisione di uccidere Giuseppe, il più giovane di loro. Non solo ma anche i lavoratori come ci racconta Gesù nella parabola, mossi da avidità insaziabile, si trasformano in crudeli esecutori addirittura del figlio del loro datore di lavoro e non sfuggono a questo mondo di odio neppure i religiosi, i rabbini, gli studiosi, gli scribi e i farisei del tempo che per difendere il loro potere arrogante mascherato di osservanza, anziché accogliere l'accorato e fermo richiamo di Gesù ad aprire gli occhi sulla verità, cercavano di catturarlo. 

Insomma, sembra che non ci sia argine ad un male dilagante che investe famiglie, investe lavoratori, investe anche il mondo dei religiosi. La Liturgia, tuttavia, non vuole farci precipitare nel pessimismo, nel giudizio, ma anzi invitarci ad assumere un atteggiamento di serena forte, vigile, umiltà; come vediamo fare da Papa Francesco, che ogni volta che entra in un carcere si fa la domanda: "Perché loro e non io?" 

Se poi guardiamo con attenzione nella prima lettura, si intravede già qualche luce, come due dei 12 fratelli, Ruben e Giuda, cerchino di di associarsi e trovino parole e indicazioni per risparmiare la vita di Giuseppe, del loro fratello più giovane - "caliamolo in quella cisterna e lasciamolo lì" - o ancora - "sta passando una carovana di beduini vendiamolo a loro" - e alla fine salvano, come era possibile, la sua vita. Così questa positività risplende nel Vangelo senza mezzi termini, in questo brano Gesù fa esplodere il mistero di salvezza: "La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta testata d'angolo". Egli si rivela come il servo sofferente di Jahvè che dà la sua vita, solo per amore di noi, Gesù è il Salvatore rifiutato, la "pietra scartata" che con il suo libero donarsi sostiene tutto l'edificio dell'umanità. 

Ed ecco due conclusioni brevissimamente 

 _LA PRIMA: non sentiamoci mai troppo sicuri del nostro buon sentiero e della nostra sana educazione e non giudichiamo mai chi sbaglia, l'errore "Sì!", ma non chi se ne macchia. 

 _LA SECONDA: non c'è nessuna situazione così opaca che non lasci trasparire qualche raggio di luce, che oggi più che mai il Cristiano e ogni comunità Cristiana, noi stessi diventiamo irriducibili e _fiduciosi cercatori di fili di luce_ , cominciando da quella palla luminosa, che è il battesimo dentro di noi, siamo figli di Dio si! lo siamo veramente. 

Buona giornata a tutti, benedetta giornata a tutti, ricordando che siamo figli di Dio il Signore ponendoci la mano sulla spalla cammina con noi.


Vostro p. Enrico sj

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