domenica 29 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #21

Domenica 29 marzo 2020


Domenica della V settimana di Quaresima



Buon nuovo giorno amiche e amici carissimi.

Il Signore ci dia, già da oggi, di vivere da risorti!



Testi: Ez 37, 12 - 14 Sal 129 Rom 8, 8 - 11 Gv 11, 1 - 45


Le letture di questa domenica trasudano della forza dello Spirito.

Il profeta Ezechiele, in questo momento difficile, che ci appare come di sospensione e di morte, riporta la promessa di Dio che può rimettere in corsa i nostri cuori: "Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete".

Una parola forte di cui sentiamo tanto bisogno! E San Paolo afferma, con grande forza e senza tentennamenti, che questa promessa si è già avverata: "Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito abita in voi".

E nel Vangelo vediamo chiarissimo nello stile di Gesù come lo Spirito si manifesta.



Tre semplici flashes:
__1). Il modo con cui Gesù viene informato della tempesta che, improvvisamente, si è abbattuta su quella famiglia. Lazzaro è grave. "Le sorelle mandarono a dire a Gesù: Signore, ecco, colui che tu ami è malato". Non implorano, non supplicano: vieni, guariscilo...! Soltanto presentano la situazione dolorosa, fiduciosamente certe, lasciano carta bianca al Maestro, sapendo che interverrà come sa fare un amico vero. Credo che possiamo imparare anche noi da questa preghiera e cominciare a mettere vicino a "colui che tu ami" il tuo nome, il nome dell'amico, fratello, sorella per cui sei preoccupato.

__2). A causa di Lazzaro scaturisce dalle labbra di Gesù una delle più alte, e per noi incoraggianti, verità: "Io sono la Resurrezione e la vita". Osserva P. Ermes Ronchi: "Notiamo la disposizione delle parole: prima viene la Resurrezione e poi la vita. Secondo logica dovrebbe essere il contrario, invece no: io sono risurrezione delle vite spente, sono il risvegliarsi dell'umano, il rialzarsi della vita che si è arresa. Vivere è l'infinita pazienza di risorgere, di uscire fuori dalle nostre grotte buie... e, tolte le bende dagli occhi e da vecchie ferite, partire di nuovo nel sole..."
__3). "Scioglietelo e lasciatelo andare!" Non: portatelo da me; almeno la soddisfazione di gustare del prodigio operato, magari ricevere un grazie. Niente di tutto questo! L'amicizia è amore, premura coraggiosa, e sempre porta libertà, e mai catene, neanche affettive.
Spunti per la riflessione/preghiera



__ Fermati: a contemplare questo Gesù che vive fino in fondo l'amicizia: cammina per due giorni, si espone, consola, si commuove fino al pianto, restituisce alla vita.
 
__ Fermati: su quelle parole di P. Ermes: "Vivere è l'infinita pazienza di risorgere".

__ Fermati: se vuoi, osservando il dipinto, lasciati interpellare dai sentimenti che provi.

Questa ultima parola ci invita a lasciarci aiutare dall'arte che può aprirci spiragli nuovi sul mistero che è davanti a noi.

Vediamo in questo dipinto di Giotto la Resurrezione di Lazzaro, che si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova, a sinistra è collocato il gruppo degli apostoli con l’aureola, dai quali spicca Gesù, lievemente rialzato rispetto agli altri, la mano levata che si staglia contro il cielo azzurro. Le espressioni dei volti comunicano stupore e attesa. Gesù ha appena gridato: “Lazzaro, vieni fuori”. Prostrate ai suoi piedi le sorelle del morto — Marta, vestita di chiaro, in primo piano; dietro di lei, in rosso, Maddalena — sono ignare di quanto accade alle loro spalle, dove un secondo gruppo è agitato da un movimento convulso di sconcerto e meraviglia. Sul lato destro, speculare alla figura di Gesù, c’è Lazzaro, avvolto in bianche bende, come una mummia. San Pietro gli sta svolgendo le fasce; un apostolo si tura naso e bocca con un lembo dell’abito per non respirare il tanfo di putrefazione che si leva da lui. L’affresco è muto e inodore, eppure Giotto attiva tutti i nostri sensi, e ci fa percepire i bisbigli, le parole, la puzza; a destra, due garzoni trascinano la lastra di marmo della tomba, riprodotta con virtuosismo in tutte le sue venature.


Buona giornata del Signore , buona domenica, che sia un tempo di serenità e di speranza.
A domani amici carissimi!

 
Vostro P. Enrico s.j. 

 

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