sabato 21 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #13

  Sabato, 21 marzo 2020


Sabato della III settimana di Quaresima Testi: Os 6,1-6 - Lc 18,9-14


Carissime amiche e amici buongiorno!

Oggi primo giorno di primavera spalanchiamo il cuore a gustare la speranza a cui anche la natura ci invita.
Il profeta Osea ci segna il cammino anche oggi. Osea sembra mettere in scena un dialogo: da una parte il popolo di Israele e dall'altra JAHVÈ. E' lui stesso, Osea, a impersonare l'uno e l'altro, e dallo stupore che ci prende per la sua capacità di impersonare due situazioni così diverse ammiriamo il suo cuore aperto, appassionato, grande.
Ieri ha parlato a nome di Dio, ricordate?: _"Cosi dice il Signore torna Israele al Signore tuo Dio"_, oggi invece, in questo primo momento, si sente il profeta una testa tra le tante, si sente parte di un popolo e come popolo alza lo sguardo: _*"Venite, ritorniamo al Signore*, egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà"_. In queste parole di un uomo -fattosi popolo- leggiamo tutta la prostrazione e la sofferenza della sua gente, ma in un sobbalzo d'anima eccolo gridare la speranza che non vuole morire, la speranza che si risolleva dalle ceneri, la speranza di un popolo così espressa: _*"La sua venuta è sicura come l'aurora*, verrà a noi come la pioggia che feconda la terra"_. E non è forse quello che, in qualche modo, stiamo vivendo anche noi con le musiche e i canti che rimbalzano da un balcone all'altro? Con l'Inno Nazionale che risuona in contemporanea da tutte le radio? Con gli incoraggiamenti che passano reciprocamente dalle varie chat, dai vari dialoghi.



Secondo momento:
Dall' impersonare il popolo a immedesimarsi in Dio.
Come in un acceso dialogo, in questo secondo tempo, il profeta cerca di intuire gli atteggiamenti di Dio, cerca di mettersi nei panni di Dio. Eccolo Dio un padre amante, un padre preoccupato per dei figli ribelli e superficiali, egli riflette, si interroga : _"Che cosa dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda?"_ e con amarezza ammette: _*"Il vostro amore* è come nube del mattino, *come rugiada che all'alba svanisce"*_. E con il linguaggio di un padre che per un momento si lascia andare alla collera: _"li ho uccisi con le parole della mia bocca"_, come dire li ho zittiti, ho alzato la voce come estremo mezzo per farmi ascoltare, per farli rientrare in se stessi, non per impormi!
E infine la *motivazione profonda*, come un lampo benefico che fende e illumina il buio del nostro cuore: _*"Voglio l'amore e non il sacrificio*, la conoscenza di Dio più degli olocausti"_.
Quale meraviglia: *ci è chiesto solo di credere all'amore e di lasciarlo agire con tenerezza nella tua vita, nella mia vita, nella nostra vita*. E dallo stupore commosso che Dio è un padre vicino, preoccupato per te e che vuole solo che tu ti lasci amare, -comunque tu sia in questo momento-, arrivi ora a sentirti come il pubblicano del vangelo: in fondo al tempio, con gli occhi bassi si batteva il petto: *"O Dio, pietà di me peccatore"*. E' questo stupore che genera l'atteggiamento di indegnità, che apre a più profonda speranza, che apre a Dio.
Il Signore ci conceda stupore -sincerità del cuore- speranza.


E ora due spunti per la preghiera:


__PRIMO: Ti senti parte viva di un popolo che sta soffrendo e che è assettato di speranza?
- -Tu come lo aiuti?
- - Come ti lasci aiutare?


__SECONDO: Ti è mai capitato che stupore per l'amore di Dio per te, senso profondo della tua piccolezza - indegnità, e poi rinascita di speranza abbiano attraversato il tuo cuore?



Buona giornata di tutto cuore a tutti e a ciascuno di voi! Il Signore ci benedice!

Vostro p. Enrico s.j.





Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.