venerdì 20 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #12

Venerdì, 20 marzo 2020

Venerdì della terza settimana di Quaresima. I testi: Osea 14, 2-10 e Marco 12, 28b-34.

Ben ritrovati cari e preziosi amici e amiche, il Signore ci fa il dono di un altro giorno, forse difficile, ma da viversi nella fiducia/affidamento, nella preghiera e carità, sentendoci insieme, in comunità, in una comunità allargata a tutta l'Italia e fino ai confini del mondo.
La prima lettura si apre con un grido appassionato: _"Torna dunque, Israele, al Signore tuo Dio!"_ (Osea 14, 2) e' lo stile affettivamente carico del Profeta Osea. Fin dai primi capitoli del suo libro risalta la delicatezza e la forza degli affetti con cui egli si gioca nelle relazioni: relazione uomo-donna relazioni familiari relazioni di solidarietà con i suoi connazionali. Ed è proprio dal mettersi sul cammino del ritorno che nasce la speranza espressa ancora con lo stesso verbo ma al futuro: _*"ritorneranno* a sedersi alla mia ombra faranno rivivere il grano fioriranno come le vigne..."_ (Osea 14, 8)
La potenza di questo verbo ritornare la ritroveremo anche nel Vangelo.
__*Ritorna* alla casa paterna il giovane lacero e affamato, (Luca 15, 11 – 32).
__*Ritorna* il lebbroso dal Maestro di Nazareth, unico tra i 10 guariti, per far brillare la luce pienamente sanante del ringraziare, (Luca 17, 11 – 19).
__*Ritornano* alla comunità i due delusi di Emmaus ma ora sono grondanti di gioia, (Luca 24, 13 – 16).
Ritornare è sempre rivivere, ritornare è parola benedetta!
Ritornare però, stiamo attenti, è diverso dal retrocedere, dal rimangiarsi la parola data _"chi pone mano all'aratro e si volge indietro..."_ (Luca 9, 59 – 62) Questo è l'atteggiamento del pigro, di chi non sa essere fedele all'impegno preso, di chi tradisce. L'elogio di Gesù va a quelli che sanno ritrovare la strada giusta, la strada del ritorno a se stessi e a Dio.
Nel Vangelo troviamo Gesù che risponde a uno scriba che cerca chiarezza: _"Qual è il primo di tutti i comandamenti?"_ (Marco 12, 28), domanda plausibile se si pensa agli oltre 600 precetti che si contano nella tradizione rabbinica. Gesù risponde con una sintesi formidabile, riducendoli a due: _"amerai Il Signore Dio tuo con tutto il cuore"_ (Marco 12, 30) e _"amerai il prossimo tuo come te stesso"_ (Marco 12, 31). Ma come sapere se il nostro amore per Dio e autentico? La cartina al tornasole ce la offre l'evangelista Giovanni che ci presenta un criterio sicuro _"chi non ama il fratello che vede non può amare Dio che non vede"_ (1 lett. Gv 4,20).
La preghiera e il cuore che ascolta e ha il coraggio di agire sono i due elementi che costituiscono il collante tra i 2 comandamenti.
Ci chiediamo: c'è una continuità, un nesso tra le due letture? A me sembra proprio di sì, perché lo sappiamo, il ritornare e' il passaggio indispensabile per ristabilire il contatto con Dio dopo il nostro cedimento a egoismi, presunzioni impuntature, avidità invidia, passioni sbagliate...
Insomma dopo le tante testarde scorciatoie, in cui ci infiliamo, dobbiamo instancabilmente sempre - ogni volta di nuovo -, con l'aiuto della Grazia, iniziare un cammino di ritorno verso Dio, ma anche, col perdono dato e ricevuto, verso i fratelli.

E ora due brevi spunti per la vostra riflessione/preghiera.
_IL PRIMO: quali ricordi e quali sentimenti nella mia esperienza e nella mia storia affiorano da questa parola: ritorno, ritornare?

_IL SECONDO: quali momenti e aspetti di amore autentico per i fratelli dovrei essere più attento a favorire?


Coraggiosa e benedetta giornata a tutti e a ognuno.

Vostro p. Enrico sj

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