martedì 24 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #16



Martedì 24 marzo 2020

Martedì della IV settimana di Quaresima

Testi: Ez 47,1-9.12 Sal 45(46) Gv 5,1-12



Buongiorno amiche e amici preziosi e carissimi!

Oggi chiederemo al Signore una volontà sincera e gioiosa di seguirLo



Il Vangelo ci presenta un altro grande miracolo di Gesù: la guarigione di un uomo dopo 38 anni di paralisi. Ma lo sviluppo della vicenda ci pone interrogativi. Non capiamo bene, non riusciamo a inquadrare alcuni momenti. Gesù si trova alla piscina, dalle acque miracolose, presso la Porta delle pecore. Ancora una volta non c'è richiesta ma è Gesù che prende l'iniziativa: “Vuoi guarire?”, non c'è una risposta chiara (ci saremmo aspettati un si entusiasta). L' uomo presenta solo difficoltà: "Non ho nessuno che mi immerga..." e Gesù: "Alzati prendi la tua barella e cammina".



- - Quando i Giudei lo fermano per dirgli che è sabato e portando la barella sta facendo un illecito, si capisce che l'uomo non si è neppure curato di sapere chi era colui che l'aveva guarito. Non c'è stato, come avverrà per il paralitico guarito da Pietro alla porta del Tempio, stupore esuberante e salti e piroette di gioia.



- - Anche questa volta, come con il cieco nato, Gesù lo rincontra: lo trovò nel Tempio e gli disse: ”ecco sei guarito! Non peccare più ...”. Come è diverso dal cieco nato che pieno di commozione fa la sua professione di fede: "Credo Signore!" Qui solo silenzio, mutismo, anzi...



- - "Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo". Ormai non era più sotto interrogatorio dei Giudei, non aveva bisogno di sventare le loro minacce. Il suo gesto è come uno sporgere denuncia. E di fatto la conclusione è amara: "per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perchè faceva tali cose di sabato".



Troviamo dunque in questa pagina una constatazione inquietante e risanatrice: non dare per scontata la volontà di guarigione!





Dov'è la domanda per noi?



Eccola: il tuo desiderio di vivere in pienezza la fede è sincero, è pieno, è profondo?





A volte noi, con un pò di ingenuità, rispondiamo subito affermativamente, ma se ci guardiamo un pò dentro ci accorgiamo che si tratta più di una velleità, come dire mi piacerebbe ma...

Oppure come S. Agostino che ammette: “Si, Signore dammi la castità, ma non subito”.

Per tanti aspetti ci sentiamo in linea, capaci di affidarli al Signore, ma su due o tre non consentiamo a nessuno di mettere parola, neppure al Signore. S. Ignazio di Loyola sa bene che una domanda chiara ha bisogno di radici, di libertà autentica e nelle meditazioni - cardine, quando all'inizio propone la richiesta da presentare al Signore, non dice solo "chiedere quello che voglio", ma "chiedere quello che voglio e desidero" (es. sp. 48), quasi a stimolare una più forte determinazione, e non darla per scontata.

Ecco, il Vangelo di oggi ci suggerisce un esame sulla nostra libertà e sulla vera e sincera volontà di una fede autentica e vibrante. E' chiaro che questa libertà e questa limpida e decisa volontà è una grazia che dobbiamo chiedere; non può essere farina del nostro sacco, anche se esige tutta la nostra generosa collaborazione.

Avanti con coraggio! ci sentiamo indietro, sbiaditi, ma chiediamo, e il Signore accenderà il nostro cuore e il nostro desiderio e sprigionerà la forza del fuoco che ha messo nei nostri cuori.





Spunti per la preghiera/riflessione



_IL PRIMO: Quali aspetti della mia vita (autostima in eccesso o in difetto, sfiducia e paure, presunzione, ansia da prestazione e della considerazione degli altri; modi di vivere la famiglia, il lavoro; stile nelle relazioni.......) sento che appesantiscono la mia libertà e la mia fede?



_IL SECONDO: Io do al Signore molte chiavi della mia vita e dei miei affetti, quali tengo gelosamente per me?



Un caro saluto a tutti e a ciascuno!

Vostro P. Enrico s.j.

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