Felice scoperta quella di chiedere ai figli più grandi di fare da animatori, anzi di essere educatori, a quelli più piccoli, in un circolo virtuoso che non conosce fine. Pure loro, i bimbi, a modo loro sono pienamente dentro al cammino degli esercizi spirituali. Questo itinerario, ormai consolidato da più di vent’anni, è come un’isola deserta in mezzo ad un mare di impegni cui tutti siamo tenuti a rispondere. E proprio perché a Poti non c’è nulla, “solo” la super accogliente comunità delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, abbiamo l’opportunità di incontrare il Signore, che viene a trovarci nel sussurro di una brezza leggera. Siamo consapevoli che questo è un tempo privilegiato; nella ferialità non è umanamente possibile replicare quei tempi lunghi, tra figli da accudire, portare a sport, musica, scuola, ripetizione, lavoro fino a tardi, genitori anziani, spese da fare, visite, e chi più ne ha più ne metta. Proprio perché straordinario, tutti i partecipanti tentano di approfittare di ogni singolo istante. Davvero fino all’ultimo secondo Dio può parlarci, anche attraverso un’illuminazione ignaziana. Care le nostre guide. Il colloquio quotidiano come pietra angolare dell’itinerario: mai ci consigliano cosa fare (gli esercizi sono anzitutto una relazione personale con Cristo, col fine di mettere ordine nelle nostre vite); tuttavia, dipanano, con dolcezza, le mille e più paranoie, le preoccupazioni inutili che ci fanno rimanere immobili, impauriti. Benedette siano le guide, e il loro servizio di accompagnamento. Avevo esordito dicendo che è impossibile far passare cosa sono gli esercizi in poco più di mezza paginetta, e lo ribadisco con forza adesso: bisogna provarli. Solo così possiamo comprendere la loro portata nelle nostre esistenze. Epperò, mi auguro di aver passato una suggestione. Sì, mi basterebbe esser riuscito a trasmettere che questo percorso, uno dei mille proposti dalla Chiesa, va nella direzione del nostro bene maggiore. E se non vi fidate dell’estensore di questo pezzo, fidatevi di Dio, che fa grandi tutte le cose. Con una postilla finale: gli esercizi spirituali non terminano l’ultimo giorno, bensì proseguono nella quotidianità: Dio si fa trovare a Poti, ma anche, e soprattutto, nei nostri appartamenti, case, villette, palazzoni, in ufficio, nel puzzo di un autogrill, quando cambiamo un pannolino di cacca, incastrati nel traffico che per coprire un km alle 8 ci mettiamo mezzora (meglio la bici, pubblicità progresso!), allorché arriviamo tardi ad un appuntamento importante (qual è il primo pensiero che abbiamo una volta che ci mettiamo in auto, alla mattina? Siamo sinceri…). Dappertutto, lui c’è. Provare per credere. “Padre Nostro”. Aggiungo: fratelli (e sorelle) tutti.
Francesco Cavallaro
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