"LA PARTE MIGLIORE"
Questa è la Parola-guida degli Esercizi Spirituali per famiglie 2018.
Da dove la scelta di questa parola guida?
L’onda dello Spirito ci ha guidato:
- Attraverso un ricordo ispiratore
"Ricordo, in particolare, l’esercizio spirituale che facemmo a Sicar, una sera: le coppie furono chiamate ad alzarsi a turno, chi lo voleva, e a fare memoria di ciò che le univa, spiritualmente e caratterialmente; quello che mi colpì e che ancora oggi mi porto nel cuore è lo sguardo dei coniugi, mentre ripassavano le ragioni del loro amore; così facendo, lo rinnovavano e ciascuno contemplava nell’altro la sua parte migliore.
Penso adesso alla quotidianità di ciascuno di noi: al modo in cui ci guardiamo e ci parliamo, presi nella convulsa abitudine delle cose correnti; a quanti rimbrotti, critiche, al quel rimarcare “cosa c’è che non va” nei figli, nel rapporto col coniuge, con gli altri, col mondo…"
- Un desiderio, un sogno
Come sarebbe bello, vivere sì attivamente, ma mantenendo, tuttavia, uno sguardo diverso sull’altro, osservando la sua “parte migliore”.
- Una constatazione di continuità
“La parte migliore” presuppone la parola “scegliere”, nel senso di
discernere/vedere/cogliere la parte migliore.
Bella la prosecuzione con gli EESS dello scorso anno (la “potatura”). “La parte migliore” contiene lo sguardo; nel potare devi saper leggere il presente e il futuro, pensare alla parte migliore.
La scelta di cosa potare non è facile, chiede un discernimento perché, potando la pianta, sembra buttar via i germogli più belli e lasciare la parte più brutta. Solo uno sguardo attento, lungimirante, aiuta a capire qual è, realmente, la parte migliore.
“La parte migliore” può essere declinata in sguardo, speranza, pace, riconciliazione.
(dalle note di sintesi dell'incontro di coordinamento di domenica 28 gennaio 2018 a Roma)
- Attraverso un ricordo ispiratore
"Ricordo, in particolare, l’esercizio spirituale che facemmo a Sicar, una sera: le coppie furono chiamate ad alzarsi a turno, chi lo voleva, e a fare memoria di ciò che le univa, spiritualmente e caratterialmente; quello che mi colpì e che ancora oggi mi porto nel cuore è lo sguardo dei coniugi, mentre ripassavano le ragioni del loro amore; così facendo, lo rinnovavano e ciascuno contemplava nell’altro la sua parte migliore.
Penso adesso alla quotidianità di ciascuno di noi: al modo in cui ci guardiamo e ci parliamo, presi nella convulsa abitudine delle cose correnti; a quanti rimbrotti, critiche, al quel rimarcare “cosa c’è che non va” nei figli, nel rapporto col coniuge, con gli altri, col mondo…"
- Un desiderio, un sogno
Come sarebbe bello, vivere sì attivamente, ma mantenendo, tuttavia, uno sguardo diverso sull’altro, osservando la sua “parte migliore”.
- Una constatazione di continuità
“La parte migliore” presuppone la parola “scegliere”, nel senso di
discernere/vedere/cogliere la parte migliore.
Bella la prosecuzione con gli EESS dello scorso anno (la “potatura”). “La parte migliore” contiene lo sguardo; nel potare devi saper leggere il presente e il futuro, pensare alla parte migliore.
La scelta di cosa potare non è facile, chiede un discernimento perché, potando la pianta, sembra buttar via i germogli più belli e lasciare la parte più brutta. Solo uno sguardo attento, lungimirante, aiuta a capire qual è, realmente, la parte migliore.
“La parte migliore” può essere declinata in sguardo, speranza, pace, riconciliazione.
(dalle note di sintesi dell'incontro di coordinamento di domenica 28 gennaio 2018 a Roma)
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