Il 7 e l’8 settembre scorsi, a Roma, si sono festeggiati i 25 anni degli “Esercizi Spirituali per Famiglie sulla scia di S. Ignazio di Loyola”, una proposta di esercizi spirituali nata nel 1999, non pianificata a tavolino, ma che si è generata e rinnovata da un sapiente lasciarsi interrogare dalla realtà a partire dal desiderio di alcune coppie giovani all’arrivo dei figli. L’esigenza era quella di continuare a pregare, ad avere dei momenti di intenso rapporto con il Signore, ascoltando nel silenzio i movimenti del cuore, come indicato da S. Ignazio, ma … “e i figli? Dove li lasciamo?”, sentendo poi che in fondo non fosse bello escluderli da qualcosa di così importante. La proposta di p. Enrico Deidda sj allora fu: “Portate anche i bambini e vediamo cosa si può fare”. Da quella risposta accogliente, nel corso degli anni, l’esperienza è proseguita e ha trovato via via soluzioni creative alle varie istanze che si presentavano. E così si passò, ad esempio, dal semplice babysitteraggio dei bambini, alla strutturazione di proposte spirituali adatte ai figli, in base all’età, e in linea con il percorso dei genitori; dalla preghiera esclusivamente personale a momenti di condivisione di coppia e della famiglia riunita; dal colloquio individuale con la guida alla possibilità del colloquio in coppia; dai figli grandi che aiutano nell’animazione dei piccoli, alla creazione di approfondimenti spirituali che li rendessero protagonisti; da una sola sede all’Alpe di Poti nel 1999, a nove sedi lungo tutta la penisola oggi; fino al sorgere, a partire dalla sfida recente sollevata dalla pandemia, di un percorso di spiritualità di coppia che si snoda nell’arco dell’anno, per tenere viva l’esperienza estiva della settimana di esercizi spirituali.
Tutto nella fertile collaborazione tra le coppie e p. Enrico, successivamente affiancato da tante altre guide consacrate e laiche, che si sono lasciate coinvolgere da questa nuova esperienza. Siamo così arrivati, oggi, a condividere il percorso con centinaia di coppie in tutta Italia, semplicemente, gradualmente, col passaparola, in un crescendo in cui traspare il lavoro dello Spirito.
Le parole maggiormente risuonate nei due giorni, individuate da padre Enrico per descrivere questa esperienza, sono state “stupore”, “gratitudine” e “creatività”.
Si è voluto fare memoria, in particolare dei primi tempi, per ricordare, rivivere e rilanciare il valore di questo percorso.
Consapevoli di essere inseriti in un contesto di Chiesa, in una rinnovata, necessaria e sfidante collaborazione di laici e religiosi, nell’incontro pomeridiano di sabato 7 settembre ci siamo aperti al confronto con altre forme di spiritualità ecclesiali.
Moderati da Giulio Meazzini, direttore della rivista “Città nuova”, Barbara Oreglia e Paolo Rovea, una coppia del movimento dei Focolari, hanno dialogato con Liliana Molesti e Angelo Giamberini, coppia “storica” degli Esercizi per famiglie, insieme alla figura di riferimento di questi 25 anni: padre Enrico Deidda sj.
Si è sviluppata una sintonia tra i partecipanti al dibattito, compreso il pubblico, dove ha assunto rilevanza la sottolineatura comune di alcuni aspetti fondanti. Anzitutto la coscienza di offrire percorsi di senso ad un uomo contemporaneo confuso, e di conseguenza alla famiglia, che necessita di una ridefinizione delle priorità. Per questo l’ambito familiare non è mai stato visto come escludente. Si è dato spazio all’accoglienza, sapendo, specie in momenti di cambiamento, di come il senso di solitudine possa essere in agguato.
La dimensione di accompagnamento, quindi il fidarsi delle relazioni, rimane alla base del discernimento di coppia. Solo così può avvenire il cambiamento, il coraggio di parlarsi, il pregare insieme, in alcuni momenti con i figli, e l’apertura all’azione comune. La famiglia in uscita riesce a creare legami, tra le coppie, tra i figli, aprendosi all’esterno, nell'esperienza degli Esercizi per famiglie, come in quella del Focolare: una bella sensazione di essere in un cammino di Chiesa.
In questo contesto, dopo aver ripercorso la storia passata, con immagini e filmati, la serata di sabato si è conclusa con la significativa testimonianza di Guido Marangoni, giornalista e scrittore, che, attraverso la sua capacità narrativa e attoriale, ci ha introdotti nella sua dimensione genitoriale e familiare, con i problemi e le gioie derivanti da un inaspettato che scombussola i piani.
Padre Enrico ci ha invitato ad essere sorgenti di acqua viva, ad avere coraggio, perché il contrario della fede è la paura. Con queste parole nel cuore, il giorno successivo, domenica mattina, siamo andati alla sorgente della spiritualità ignaziana, ripercorrendo i luoghi cittadini in cui si è svolta parte della vita e delle opere di S. Ignazio: la Chiesa del Gesù, Palazzo Venezia, la chiesa di Sant’Agostino, l’oratorio di S. Filippo Neri, la Zecca Vecchia, Santo Spirito in Sassia. Quattro itinerari diversi, modulati anche per le famiglie con bambini e per i figli adolescenti, sapientemente accompagnati dalle guide degli “Itinerari ignaziani” del CIS.
La conclusione è avvenuta presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, nella cappella dove, guarda caso (ma p. Enrico ci ha sempre ricordato, citando p. Filippo Clerici sj, che “il caso non è altro che la Provvidenza in incognito”) è rappresentata nell’abside la sorgente del salmo “Come la cerva anela…”
Padre Carlo Chiappini sj., in continuità con quanto avvenuto nella mattinata, congedandoci, ci ha trasferito le considerazioni del 1979 di Karl Rahner su cosa Ignazio avrebbe comunicato ai confratelli di oggi, indicazioni altrettanto valide se pensate come rivolte alle famiglie di oggi. Il focus, in estrema sintesi, è stato posto sul compito ultimo di operare per avvicinare l’uomo al mistero di Dio. Un invito finale all’azione, che ben si lega con quanto scritto nel logo dell’evento: “...il cammino continua”.
Spinti dall’energia di questi giorni, camminiamo ora verso il percorso annuale di spiritualità di coppia e la programmazione delle settimane estive degli Esercizi Spirituali per famiglie. Con Fede, senza paura.