giovedì 21 maggio 2020

I messaggi di padre Enrico - Dopo Pasqua #53

Giovedì 21 maggio 2020

Giovedì della VI settimana di Pasqua

Amiche e amici carissimi e preziosi il Signore si faccia compagno di cammino in questa nostra giornata! La proposta è di allenarci a passare dai momenti di pesantezza allo sguardo fiducioso,
dal malumore alla serenità.

Testi: At 18, 1 - 8 Sal 97 Gv 16, 16 - 20

"Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia" (Gv 16,20).

L' ambiente è il cenacolo, nel mezzo della cena (che sarà l'ultima) i discepoli si rendono conto che il Maestro sta dando il suo addio e rimangono costernati. Gesù sa che nella vita si attraversano momenti molto duri e di conseguenza anche stati d'animo pesanti e senza luce. Ma vuole dirci che la tristezza non è una situazione normale della vita ma che è un passaggio provvisorio, non è un buco nero da cui non si può riemergere. La tristezza va affrontata e superata e Lui si impegna per questo, dà la sua parola "la vostra tristezza si cambierà in gioia" e poco dopo "ora siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia" (Gv 16,22). Gesù non è il Maestro serioso che tiene le distanze con cui ogni battuta, ogni silenzio, ogni allegria è proscritta. Non ha forse un significato che il primo miracolo lo ha fatto a una festa di nozze perchè non sfiorisse la gioia? Lo aveva ben capito Celentano, il cantautore, che anni fa al giornalista che gli chiedeva: "Chi è Dio per lei?" la sua pronta risposta è stata: "Dio è uno allegro". Di fatto nel Vangelo la gioia appare in tanti aspetti diversi e sempre collegata luminosamente con l'amore. In quel momento drammatico alla vigilia della sua terribile morte, segno di un amore totale, senza se e senza ma, il sentimento della gioia torna con insistenza sulle labbra di Gesù che per due volte arriva a parlare di pienezza della gioia.
Papa Francesco che non è un ingenuo sognatore riprende "la sfida" lanciata da Gesù a questo mondo, che spesso fa dello scetticismo, del pessimismo e del sospetto i suoi maestri, e quando presenta le cinque caratteristiche della santità di oggi, al secondo posto, mettendola in particolare rilievo, indica "gioia e buon umore" (Gaudete et Exultate 122-128) e la propone subito dopo "sopportazione, mitezza, e pazienza" e anche prima dei capitoletti "in comunità" e "in preghiera costante".
Ma che cosa può aiutare a vivere la gioia cristiana, quali i suoi segreti? Vi propongo alcuni atteggiamenti, a mio parere, importanti:
- Riconoscere la preziosità che Dio vede in me e il suo amore per me sempre instancabile e sempre nuovo. Quando si arriva a dire, guardando la propria vita "eppure io mi sento fortunato!" è segno che siamo contenti dell'esistenza che Dio ci ha dato. E questa parola diventa un inno di grazie a Dio più forte di tante preghiere.
- Alimentare gratitudine e stupore verso Dio Creatore e Amico. Ci sentiamo raggiunti da tanto amore e ci sarà spontaneo vedere il lato bello delle cose e ogni giorno custodirà una novità da scoprire.
- Vivere come preziosa risorsa affetti e relazioni anche difficili, sapendo che siamo nutrimento l'uno per l'altro.
- Cercare, e chiedere a Dio, il senso degli avvenimenti che toccano e provocano la nostra vita. Se sappiamo a cosa serve una fatica, se diamo un significato di amore o/e fede alle sofferenze, "il mio giogo è dolce" (Mt 11,30).
- Ricordare e valorizzare i momenti belli trascorsi sapendo che il prossimo momento bello (S. Ignazio di Loyola direbbe "consolazione") non tarderà.
Termino ricordando Ezio Bosso, il musicista di cui abbiamo raccolto perle domenica scorsa. All'interlocutore che gli chiedeva: "Tu sei felice?" rispondeva: "non ti so dire se sono felice, ma ti so dire che tengo stretti i momenti di felicità che vivo fino in fondo, fino alle lacrime... i momenti felici... quelli ti tirano su come una maniglia quando sei nel letto e non riesci ad alzarti...".
A suggello una preghiera di S. Alberto Hurtado S.J. (Cile 1901 - 1952)


Preghiera per avere un'anima allegra

Signore sono tanti coloro che soffrono
nel mondo di oggi, e tanto pochi coloro
che sanno dimenticare il proprio dolore,
io chiedo di essere luce che riflette la tua lampada,
e buon lievito che prepara le anime a Te.
Ti ringrazio, Signore, perchè sei risuscitato
ed hai annientato nella mia anima l'angustia del peccato.
Se mi chiedi di darti la vita, desidero darla con gioia, se non mi chiedi di morire, desidero vivere sorridendo. Chiedo di ridere, chiedo di sognare,
chiedo di dare a tutti la gioia di amare.



Spunti per la preghiera/riflessione

- - 1). A che cosa il mio umore è più esposto: a critiche anche benevole, ai contrattempi, a scortesie o freddezze... o quando "sbatto" contro alcuni miei limiti?

- - 2). Mi soffermo a gustare i momenti positivi, a ripensarli, a ringraziare interiormente il Signore e chi li ha favoriti? Lascio che il loro "profumo" continui benefico dentro di me?



In questo dipinto, di un artista sconosciuto, Gesù è in mezzo ai suoi apostoli, ai suoi amici che hanno condiviso con il loro Maestro circa tre anni della loro vita, si trovano nel cenacolo tutto buio all'intorno e una fonte luminosa al centro. Si stringono attorno a Gesù, sembrano formare un unico corpo, sono commossi, tristi, turbati, non capiscono cosa sta per succedere, intuiscono che qualcosa di doloroso sta per accadere ma Gesù li rassicura "la vostra tristezza si cambierà in gioia".
Cari amiche e amici che ci sia dato oggi di vivere questa giornata con gioia e gratitudine.
Vostro P. Enrico S.J.

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