domenica 31 maggio 2020

I messaggi di padre Enrico - Pentecoste #56

Domenica 31 maggio 2020
SOLENNITA' DI PENTECOSTE
Amiche e amici carissimi e preziosi è bello augurarvi
che questa grande Festa porti sguardi di luce e nuovo fuoco nei cuori.

Testi: At 2, 1-11 Sal 103(104) 1Cor 12,3-7.12-13 Gv 20, 19-23

Forse quest'anno i tanti aiuti on-line e il rimanere in casa hanno favorito la nostra interiorità e la nostra preghiera. In particolare le Messe a S. Marta di Papa Francesco - che grande grazie gli dobbiamo!!! - ci consentono di arrivare meglio preparati a questa Festa di Pentecoste, momento costitutivo della Chiesa.... e il nostro cuore si apre a ricevere in dono lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è l'amore vivo, radioso, entusiasta, indefettibile che rende una sola cosa il Padre e il Figlio. E' la vita della Trinità. E Gesù ce la dona perchè desidera che anche noi proviamo la gioia sorprendente e incontenibile di legarci nella libertà - nello scambio dei talenti di ognuno - gli uni agli altri, e quindi di sentirci e vivere come una cosa sola, lasciandoci portare in quella circolazione d'amore che è la Trinità, in cui ciascuna delle Persone Divine si dà e si riceve interamente dall'altra. "E' divino il dare ma è divino anche il ricevere" commentava il teologo Remo Sartori.
Una parola di Paolo ci offre una pista preziosa: "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune" (1Cor 12,7). E' una sintesi stupenda: ciascuno è unico, irripetibile e ognuno sviluppando il suo dono particolarissimo, che scaturisce dal suo temperamento e dalla sua storia, è prezioso per l'intera umanità. "Diversi e uniti" è il libro appena pubblicato di Papa Francesco. Un progetto di vita!
E' giunto anche il momento della gratitudine a Dio e dei saluti. Quasi dall'inizio di Quaresima fino ad oggi con ritmi diversi, ma con costanza, abbiamo camminato insieme. Abbiamo avuto il dono, pur in un tempo segnato da paure e restrizioni e esposto all'isolamento, di vivere una leggera e profonda dimensione di comunità, sparsa in tante città e luoghi, ma una comunità in cui i sensi interiori ci hanno permesso di sentire il respiro, il passo, la preghiera di compagni di cammino anche non conosciuti. Il sentirsi insieme è l'elemento più ripreso dai diversi contatti a viva voce, telefonici, whatsapp e mail, e da essi è emersa anche la nitida percezione che una Mano più alta, il soffio dello Spirito, ha alleviato, accompagnandoci, l'affanno della situazione improvvisa e pesante in cui ci siamo ritrovati. Molti di voi mi hanno con gratitudine detto di aver trovato un aiuto nelle "scintille" ed è stato per i miei collaboratori Giuseppe, Ireneo e per me, un incoraggiamento a continuare, ma anche momento di fede perchè, se scaturivano da voi tali risonanze, voleva dire che il Signore stesso toccava il vostro cuore attraverso quei semplici pensieri. E io, per la mia parte, voglio dirvi il mio grazie perchè mi avete aiutato a stare più a diretto contatto con il Signore, a cui ogni volta in preghiera chiedevo che mi aiutasse a trasmettervi quanto a Lui stava a cuore.
Concludiamo con una preghiera che evidenzia un elemento distintivo, che ci è particolarmente caro, dello Spirito Santo

O fuoco

O fuoco, che divampi
con impeto forte e bello
trafiggendo le tenebre della notte.

O fuoco, che irrompi
e consumando bruci,
ciò che è marcescente
brutto e impuro.

O fuoco, che illumini
e tutto che ti è d'intorno
ravvivi, allieti e scaldi.

O fuoco, silenzioso fuoco dell'amore,
tu risplendi e ardi
nel cuore degli amici di Dio
nel cuore dei suoi santi.


Spunti per la preghiera/riflessione
- -1). Che cosa chiedi allo Spirito Santo come aiuto ad amare di più: il gusto della Parola di Dio, slancio e fedeltà, spirito di sacrificio? Il superamento di pigrizia, strisciante sfiducia, incostanza? Che cosa da parte tua puoi mettere in campo?

- - 2). Riguardando come in un flash-back il tuo percorso con le "scintille" prova a individuare due o tre momenti, parole, desideri, incoraggiamenti... che ti hanno fatto vibrare il cuore. Con quali attenzioni, strategie potresti aiutarti a tenerli vivi?


Diamo uno sguardo all'immagine: è un affresco che rappresenta la Pentecoste, Maria sta in mezzo, con le braccia sollevate in preghiera, gli Apostoli si stringono attorno a lei e si guardano in un clima di comunione e di amicizia; avvertiamo un senso di commozione e stupore, mentre pregano in ginocchio ricevono lo Spirito Santo, osserviamo le lingue di fuoco, le pennellate rosse sugli Apostoli e sulla Madonna. Intuiamo la solennità del momento: la nascita della Chiesa e Maria ne è la Madre. Oggi in particolare vogliamo pregarla in ricordo della Visita alla cugina Elisabetta. Il dipinto è di P. Marko I. Rupnik S.J. si trova nella Chiesa della Madonna Croce del Sud, Brisbane, in Australia.

Cari amiche e amici che il fuoco dello Spirito Santo entri così profondamente nelle nostre giornate, che possiamo camminare adorandolo presente in noi, con sempre nuovo entusiasmo.
Vi ricordo che, per chi lo desidera, giovedì 4 giugno 2020 alle 18,30 nella Chiesa di San Michele ci sarà l'incontro conclusivo delle Catechesi, ripercorreremo il percorso fatto attraverso le immagini.

Con tanto affetto a tutti e a ciascuno con la viva speranza di potervi abbracciare presto!
Vostro P. Enrico S.J.

domenica 24 maggio 2020

I messaggi di padre Enrico - Dopo Pasqua #54

Domenica 24 maggio 2020

Domenica VII Settimana di Pasqua Solennità dell'Ascensione

Amiche e amici carissimi e preziosi ben ritrovati: che la Festa dell'Ascensione
sia per noi rinnovo di speranza e occhi profondi di fede!

Testi: At 1, 1 - 11 Sal 46 Ef 1, 17 - 23 Mt 28, 16 - 20


Avevano vissuto di continuo almeno tre anni in piena familiarità con Lui. Davanti a loro aveva insegnato, consolato, guarito, risuscitato morti, l'avevano visto appeso a una croce per amore loro e di tutti gli uomini. Dopo la morte è resuscitato, si è mostrato vivo ai discepoli, così vivo da camminare, farsi toccare, mangiare, parlare, affidare nuovi compiti così che percepissero tutto il suo amore e tutta la fiducia che nutriva per loro.
E quando è il momento di tornare al Padre essi lo rincontrano sulla cima del monte "quando lo videro, si prostrarono, essi però dubitarono" (Mt 28,17). Come vediamo nel dipinto di Francesco Trevisani del 1700. Si prostrarono: quindi lo hanno riconosciuto, si buttano a terra bocconi, in segno di adorazione, quindi hanno fede, eppure dubitano. Si! Dubitano: proprio come noi. Anche noi abbiamo sperimentato quanto è cambiata la nostra vita dopo averlo incontrato, preghiamo, ascoltiamo la Parola nell'assemblea dei fratelli, eppure siamo così spesso sorpresi dal dubbio che non ci lascia tranquilli. Come possiamo reagire, non lasciarcene vincere? "Andando, uscendo da se stessi per annunciare a tutti la bellezza di una vita che Lo incontra" così don Bruno Tarantino.
Sorprendente e quasi da non credere il dubitare dei discepoli, ancora in questo decisivo momento, ma anche consolante e illuminante per noi.
- Consolante: perchè il dubbio spesso si presenta, ci disorienta, e ci ferisce, ma dopo... ecco che comprendiamo che il dubbio superato, o che anche ci portiamo dentro, non cancella la fede. A me è di grande aiuto un punto interrogativo che troviamo nel Vangelo. La donna di Samaria dopo l'incontro con il Maestro va e con grande coraggio mostra la sua nuova e gioiosa libertà, e grida ai suoi compaesani: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto quanto ho fatto - che sia il Cristo?". Non ha l'evidenza, non ha chiarezza assoluta, ma quello che ha vissuto, quanto ha scoperto di bello, non può tenerlo per sé! E quel dubbio perderà la sua forza proprio mentre viene manifestato!
- Illuminante: Gesù non si ritrae davanti alla nostra fragilità, mostra la sua grande fiducia in uomini così deboli affidando loro ciò che ha di più caro: il suo piano di salvezza per tutti gli uomini. Ma allora perchè scoraggiarci? Non si tratta di crogiolarci nei difetti, nelle fragilità; ma certi nella Sua promessa "Riceverete la forza dallo Spirito Santo", cercheremo di imitare Gesù che ha fatto delle sue ferite nei piedi, nelle mani, nel costato un alfabeto di amore, feritoie che emanano luce, così anche noi con i nostri punti deboli accettati con semplicità e coraggio, diventeremo contagiosi nella fede. Quale il segreto? In una comprensione più piena di quella parola "Battezzate" che troviamo sulle labbra del Signore.
Ascoltiamo P. Ermes Ronchi: "Battezzare non significa versare un pò d'acqua sul capo delle creature; significa immergere. Immergete ogni uomo in Dio, fatelo entrare, che si lasci sommergere dalla vita di Dio, da quella linfa vitale, fategli incontrare davvero il Padre, il Figlio e lo Spirito". Ecco se vivremo così il nostro Battesimo, assolveremo la missione che Gesù ci ha affidato: essere portatori di speranza, di quella speranza di cui gli uomini in questo oggi sono più che mai assetati, ricordando che Gesù ci ha promesso "Ecco io sono con voi tutti i giorni!" (Mt 28,20).
E ora una preghiera di Giovanni Vannucci che sembra scritta per questo tempo di incertezza che stiamo attraversando.

O Signore, apri i nostri occhi
alla novità di ogni alba.

Il sogno che oggi ci stimola
è il tuo futuro che ci chiama,
la tua vita che si esprime
in nuove, inimmaginabili forme.

Tu, o senza limiti,
ci chiami a novità crescente,
ci inviti nella tua dimora tu,
che dimora non hai.

La tua tenda è sempre oltre, sempre oltre,
il tuo infinito cammino sia il nostro,
o Signore!

Spunti per la preghiera/riflessione
- - 1). Mi soffermo talvolta a pensare a Gesù e a coloro che mi hanno amato e provo gioia e gratitudine perchè mi hanno aperto la strada e sono giunti alla meta?
- - 2). Quando mi sono trovato smarrito e in preda al torpore dello scoraggiamento chi sono stati gli angeli che, come agli apostoli, mi hanno svegliato e mi hanno rimesso in corsa?

Cari amiche e amici che ci sia dato oggi la capacità di guardare con un sorriso i nostri limiti e di riprendere slancio nella testimonianza.

Con affetto sempre nuovo Vostro P. Enrico S.J.

giovedì 21 maggio 2020

I messaggi di padre Enrico - Dopo Pasqua #53

Giovedì 21 maggio 2020

Giovedì della VI settimana di Pasqua

Amiche e amici carissimi e preziosi il Signore si faccia compagno di cammino in questa nostra giornata! La proposta è di allenarci a passare dai momenti di pesantezza allo sguardo fiducioso,
dal malumore alla serenità.

Testi: At 18, 1 - 8 Sal 97 Gv 16, 16 - 20

"Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia" (Gv 16,20).

L' ambiente è il cenacolo, nel mezzo della cena (che sarà l'ultima) i discepoli si rendono conto che il Maestro sta dando il suo addio e rimangono costernati. Gesù sa che nella vita si attraversano momenti molto duri e di conseguenza anche stati d'animo pesanti e senza luce. Ma vuole dirci che la tristezza non è una situazione normale della vita ma che è un passaggio provvisorio, non è un buco nero da cui non si può riemergere. La tristezza va affrontata e superata e Lui si impegna per questo, dà la sua parola "la vostra tristezza si cambierà in gioia" e poco dopo "ora siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia" (Gv 16,22). Gesù non è il Maestro serioso che tiene le distanze con cui ogni battuta, ogni silenzio, ogni allegria è proscritta. Non ha forse un significato che il primo miracolo lo ha fatto a una festa di nozze perchè non sfiorisse la gioia? Lo aveva ben capito Celentano, il cantautore, che anni fa al giornalista che gli chiedeva: "Chi è Dio per lei?" la sua pronta risposta è stata: "Dio è uno allegro". Di fatto nel Vangelo la gioia appare in tanti aspetti diversi e sempre collegata luminosamente con l'amore. In quel momento drammatico alla vigilia della sua terribile morte, segno di un amore totale, senza se e senza ma, il sentimento della gioia torna con insistenza sulle labbra di Gesù che per due volte arriva a parlare di pienezza della gioia.
Papa Francesco che non è un ingenuo sognatore riprende "la sfida" lanciata da Gesù a questo mondo, che spesso fa dello scetticismo, del pessimismo e del sospetto i suoi maestri, e quando presenta le cinque caratteristiche della santità di oggi, al secondo posto, mettendola in particolare rilievo, indica "gioia e buon umore" (Gaudete et Exultate 122-128) e la propone subito dopo "sopportazione, mitezza, e pazienza" e anche prima dei capitoletti "in comunità" e "in preghiera costante".
Ma che cosa può aiutare a vivere la gioia cristiana, quali i suoi segreti? Vi propongo alcuni atteggiamenti, a mio parere, importanti:
- Riconoscere la preziosità che Dio vede in me e il suo amore per me sempre instancabile e sempre nuovo. Quando si arriva a dire, guardando la propria vita "eppure io mi sento fortunato!" è segno che siamo contenti dell'esistenza che Dio ci ha dato. E questa parola diventa un inno di grazie a Dio più forte di tante preghiere.
- Alimentare gratitudine e stupore verso Dio Creatore e Amico. Ci sentiamo raggiunti da tanto amore e ci sarà spontaneo vedere il lato bello delle cose e ogni giorno custodirà una novità da scoprire.
- Vivere come preziosa risorsa affetti e relazioni anche difficili, sapendo che siamo nutrimento l'uno per l'altro.
- Cercare, e chiedere a Dio, il senso degli avvenimenti che toccano e provocano la nostra vita. Se sappiamo a cosa serve una fatica, se diamo un significato di amore o/e fede alle sofferenze, "il mio giogo è dolce" (Mt 11,30).
- Ricordare e valorizzare i momenti belli trascorsi sapendo che il prossimo momento bello (S. Ignazio di Loyola direbbe "consolazione") non tarderà.
Termino ricordando Ezio Bosso, il musicista di cui abbiamo raccolto perle domenica scorsa. All'interlocutore che gli chiedeva: "Tu sei felice?" rispondeva: "non ti so dire se sono felice, ma ti so dire che tengo stretti i momenti di felicità che vivo fino in fondo, fino alle lacrime... i momenti felici... quelli ti tirano su come una maniglia quando sei nel letto e non riesci ad alzarti...".
A suggello una preghiera di S. Alberto Hurtado S.J. (Cile 1901 - 1952)


Preghiera per avere un'anima allegra

Signore sono tanti coloro che soffrono
nel mondo di oggi, e tanto pochi coloro
che sanno dimenticare il proprio dolore,
io chiedo di essere luce che riflette la tua lampada,
e buon lievito che prepara le anime a Te.
Ti ringrazio, Signore, perchè sei risuscitato
ed hai annientato nella mia anima l'angustia del peccato.
Se mi chiedi di darti la vita, desidero darla con gioia, se non mi chiedi di morire, desidero vivere sorridendo. Chiedo di ridere, chiedo di sognare,
chiedo di dare a tutti la gioia di amare.



Spunti per la preghiera/riflessione

- - 1). A che cosa il mio umore è più esposto: a critiche anche benevole, ai contrattempi, a scortesie o freddezze... o quando "sbatto" contro alcuni miei limiti?

- - 2). Mi soffermo a gustare i momenti positivi, a ripensarli, a ringraziare interiormente il Signore e chi li ha favoriti? Lascio che il loro "profumo" continui benefico dentro di me?



In questo dipinto, di un artista sconosciuto, Gesù è in mezzo ai suoi apostoli, ai suoi amici che hanno condiviso con il loro Maestro circa tre anni della loro vita, si trovano nel cenacolo tutto buio all'intorno e una fonte luminosa al centro. Si stringono attorno a Gesù, sembrano formare un unico corpo, sono commossi, tristi, turbati, non capiscono cosa sta per succedere, intuiscono che qualcosa di doloroso sta per accadere ma Gesù li rassicura "la vostra tristezza si cambierà in gioia".
Cari amiche e amici che ci sia dato oggi di vivere questa giornata con gioia e gratitudine.
Vostro P. Enrico S.J.

domenica 17 maggio 2020

I messaggi di padre Enrico - Dopo Pasqua #52

Domenica 17 maggio 2020

Domenica della VI settimana di Pasqua

Ben ritrovati amiche e amici carissimi e preziosi. Buona domenica!
Che il Signore ci aiuti in questo Suo giorno a lasciare zampillare, con forza e gioia,
il comandamento dell'amore.


Testi: At 8, 5 - 8.14 - 17 Sal 65 1Pt 3, 15 - 18 Gv 14, 15 - 21

"Se mi amate osserverete i miei comandamenti" (Gv 14,15).
Mi ha sempre colpito, stuzzicato, incuriosito e in qualche momento anche disturbato questo abbinamento del comando che dice ciò che senza scusanti dev'essere eseguito e l'amore che è qualcosa di intimo e profondo, e che, in modo imprescindibile, richiede libertà, adesione interiore e non solo esecuzione esteriore. Nel discorso dell'ultima cena ritorna più volte il termine "comandamenti" e così nella liturgia: ha risuonato due volte giovedì 14 "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri , come io ho amato voi... voi siete miei amici se fate ciò che io vi comando" (Gv 15, 12.14). E due volte la troviamo anche oggi. Una è quella riportata all'inizio, l'altra è la seguente: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama" (Gv 14, 23). A superare il guado dell'apparente contraddizione, e anzi a lasciarmi prendere dal vortice verso l'alto di queste parole, mi hanno aiutato considerazioni ascoltate da un caro amico "guarda che è un ordine d'amore, un ordine che ci viene da Dio che l'ha vissuto su se stesso ...e noi possiamo aderire in piena libertà ...usciamo dalla dimensione di servi per entrare in quella di amici". Ma dove finiremo se ci lasciamo prendere dalla forza di queste parole? Ecco che possiamo trovare un indicazione nelle parole di Ezio Bosso: "Quanto è bella la parola Unione. Deriva da unus, essere uno. Significa divenire un unico corpo condividendo le nostre singolarità e nutrendo attraverso l'altro la nostra esistenza. E' una parola che racchiude la sacralità insita nell'essere umano, la sacralità di vivere ogni giorno per essere inseparabili e proteggersi quotidianamente". Così il grande musicista, morto i giorni scorsi a 48 anni, nella lettera scritta nel 2018 ai cittadini del nostro Continente. Bellezza che ci sorprende e ci fa venire un brivido di scoperta del desiderio che è in ciascuno di noi, e che è anche il sogno di Dio non solo per l'Europa ma per tutta l'umanità. E insieme avvertiremo il misterioso e profondo realizzarsi di quella parola di Gesù: "Vi ho detto tutte queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,10). Sentiamo tutto questo vivo nella profondità dell'anima, ma proviamo un certo smarrimento: come è difficile, irraggiungibile. Ecco perché Gesù ci promette lo Spirito Santo. Sarà lui a traghettarci. Chiediamo di crescere nella certa fiducia della Sua vicinanza e nel sostegno che ci verrà per andare verso quelle vette dell'amore che ci appaiono inarrivabili.


Prendiamoci il tempo per gustare e fare nostra questa preghiera e lasciarci infiammare dall' Amore:

Voglio amare come te

Signore mio Gesù,

voglio amare tutti coloro che tu ami.

Voglio amare con te la volontà del Padre.

Non voglio che nulla separi il mio cuore dal tuo,

che qualcosa sia nel mio cuore

e non sia immerso nel tuo.

Tutto quel che vuoi io lo voglio. 

Tutto quel che desideri io lo desidero.


Dio mio, 

ti do il mio cuore,

 offrilo assieme al tuo a tuo Padre,

come qualcosa che è tuo

 e che ti è possibile offrire,

perché esso ti appartiene.

(Charles de Foucauld)


Spunti per la preghiera/riflessione

- - 1). Ricordo momenti in cui, superando la mia ritrosia, ho seguito un imperativo interiore e mi sono ritrovato nel cuore un fuoco di gioia?

- - 2). Verso quali persone oggi posso mostrare particolare gentilezza e premura?


L'immagine che vi proponiamo è un mosaico, rappresenta Gesù in mezzo gli apostoli che insieme formano un triangolo, Gesù è al vertice, ha in mano il rotolo della Parola che oggi ci consegna:"Che vi amiate gli uni gli altri"; è avvolto nel mantello svolazzante, mosso dal soffio dello Spirito lambisce e raggiunge gli Apostoli che con amore attira a se! Il mosaico è di P. Marko Ivan Rupnik S.J., si trova nella cattedrale San Sebastiano, in Bratislava, Slovacchia.


Cari amiche e amici che ci sia dato oggi di sentire l'altro e la sua diversità come nutrimento per la nostra vita.
Come saprete domani in tutta Italia riprendono le Celebrazioni Eucaristiche e nella Chiesa di San Michele riprenderanno con il ritmo consueto, continuiamo con la "Scintilla" fino alla Festa di Pentecoste.


Vostro P. Enrico S.J.
 

sabato 16 maggio 2020

Cristina youtuber per accompagnare i più piccoli verso Gesù


Cristina, una delle "colonne" degli EESS per famiglie, che con il marito Andrea organizza la settimana all'Alpe di Poti, ha trovato un modo molto simpatico per raccontare Gesù ai piccoli, ma anche i valori come l'amicizia e l'accoglienza.

Condividiamo uno dei suoi ultimi video e invitiamo chi di voi ha figli piccoli, a iscriversi al suo canale Youtube "Cristina Santanché", così da ricevere le notifiche quando viene postato un nuovo video, oltre a poter vedere tutti quelli precedenti. 

Buon divertimento piccoli amici!

"Insegno religione nella scuola dell’infanzia da circa quindici anni. Ogni settimana racconto una storia ai miei piccoli studenti scegliendo gli argomenti biblici a loro più familiari (la Creazione, l’arca di Noè, la vita di Gesù, i miracoli e le parabole, la Pentecoste…) tenendo conto anche dell’anno liturgico, ma pure tematiche come la gestione delle emozioni, l’amicizia, l’accoglienza dell’altro…
Mi sono improvvisata youtuber quando sono state chiuse le scuole. Ho la fortuna di avere un figlio “tecnologico” che mi cura l’editing e la pubblicazione dei video; è stato lui a suggerirmi questa modalità per raggiungere i bambini. Ovviamente non è la stessa cosa che incontrarli in classe, dove “costruiamo” insieme la storia. Infatti, la storia è soprattutto un pretesto per consentire ai bambini seduti in cerchio, vicini vicini (!), di raccontarsi, di dare voce a ciò che si muove nel loro cuore.
“Storia di una piccola vite” è un racconto di Bruno Ferrero sull’amicizia. La protagonista, una vitarella, abbandona lo scafo della nave che teneva ben fermo con le sue amiche perché stufa di stare sempre nel suo buco (è la sorte di tanti bambini in questo tempo segnato dal Covid: “io resto a casa!”).
Dopo tante peripezie, la vite scopre che ciò che la fa sentire preziosa è proprio il legame di amicizia con le altre viti sulla nave.
Il messaggio che passa: che anche se costretti a stare lontani, ci tiene uniti il nostro desiderio di rivederci.
Il video è introdotto da uno sketch con Lillo e Lalla, due personaggi che porto con me a scuola, molto amati dai miei studenti".
Cristina