martedì 31 marzo 2020

GLI AIUTI SPIRITUALI - VERSO LA PASQUA


Proseguono e si moltiplicano gli "aiuti spirituali" in questo tempo difficile di isolamento e sofferenza.
Oltre a quelli che vi avevamo proposto nel post precedente, vorremmo segnalavi, in particolare, due iniziative messe in campo dai padri gesuiti in questi giorni in cui ci avviciniamo alla Santa Pasqua.


⇒ IN TUTTO AMARE E SERVIRE

4 serate di Esercizi Spirituali con degli spunti di preghiera offerti da uno dei gesuiti delle comunità di Milano.
Ogni giorno, dal 30 marzo al 2 aprile, verso le 17.00 viene caricato un video e dei file scaricabili per aiutare la preghiera personale, li trovate sulla pagina dedicata del sito del Centro Culturale San Fedele

Gli EESS di Quaresima sono una delle proposte dei gesuiti di Milano.
Trovate anche le altre sul sito del Centro Culturale San Fedele.




⇒ ITINERARIO IGNAZIANO FATTO IN CASA

A seguito delle tante richieste di continuare un percorso di Esercizi Spirituali, dopo la settimana proposta da Padre Renato Colizzi SJ, il CIS Centro Ignaziano di Spiritualità propone un percorso che prende le mosse dal "mese ignaziano" e prevede due o tre video a settimana, il riferimento dei testi e la possibilità del colloquio, in maniera da accompagnare in un periodo più lungo.





I messaggi di padre Enrico - Quaresima #23

Martedì 31 marzo 2020


Martedì della V settimana di Quaresima

Ben ritrovati amiche e amici preziosi e molto cari.
Buon cammino per questa nuova giornata dono di Dio.
Oggi chiederemo a Dio di leggere la scrittura che ci offre la liturgia,
con la consapevolezza, che è la sua Parola, per l'oggi che stiamo attraversando.

Testi: Nm 21, 4 - 9 Sal 101(102) Gv 8, 21 - 30
Il libro dei Numeri ci presenta un momento cruciale del cammino del popolo nel deserto. Gli Israeliti protestano, si presentano come un popolo lamentoso, che non sopporta il viaggio, si sente senza più slancio, annoiato di questa esistenza faticosa, neanche la manna, prezioso cibo che Dio provvede, ha più sapore, anzi: "siamo nauseati di questo cibo così leggero", hanno perso di vista l'obiettivo, la libertà, la terra promessa e manca lo slancio del cammino, quindi il gusto di vivere; perchè l'acqua stagnante non è vita.
La conseguenza: arrivano i serpenti che si mimetizzano in mezzo all'erba, fra le pietre, nemici invisibili e quando ti accorgi di loro è perché, con il loro morso, hanno già scatenato dentro di te, il loro veleno di morte.
Sembra quasi una foto di quanto stiamo vivendo oggi in Italia e altrove nel mondo, aggrediti dall'invisibile coronavirus. Gli Israeliti hanno però la capacità di capire la lezione e chiedono a Mosè: "supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti". Ma non c'è una bacchetta magica. Mosè si fa però generosamente carico del popolo e prega a nome di tutti. E il Signore gli dirà: "Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita". 
In questa immagine vediamo l'asta innalzata con il serpente che si trova sul Monte Nebo, in Giordania.
Mi attraversa quasi un brivido: e Papa Francesco non ha fatto proprio come Mosè? Si, ricordate: venerdì sera 27, quattro giorni fa, quando da solo, in Piazza San Pietro, ha pregato a nome di tutti, sotto il grande Crocifisso miracoloso, nel punto più alto di Piazza San Pietro?

Profetico questo testo, poi ripreso e precisato dalle Parola di Gesù stesso: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. (Gv 12,32) Gesù sta parlando di quando sarà appeso alla croce, in alto, visibile da tutti all'intorno. Ed ecco, quando muore, che le guarigioni dei cuori diventano contagiose:
__ le donne stanno lì in disparte senza staccare gli occhi da Lui per ore.
__ Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, si scrollano la paura, e vanno con coraggio a chiedere il corpo di Gesù e insieme versano profumi sul suo corpo ormai senza vita.
__ Per non dire del centurione romano, che fa con parole, che quasi senza accorgersene gli escono dal cuore, la sua professione di fede: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio" (Mc 15,39).
Forse sono ottimista: ma mi pare di vedere che questa vibrazione misteriosa del senso della umana inadeguatezza e del bisogno di Dio, che cerca con la preghiera un interlocutore, un Salvatore, stia, a poco a poco, guadagnando terreno, non solo nelle persone singole, ma anche in spazi comunitari.
A me pare di vedere, nelle letture di oggi, un incoraggiamento del Signore per noi: Non temete alzate lo sguardo al Crocifisso, pregate e rimboccatevi le maniche per fare il tutto - anche se pochissimo - che vi è consentito, e camminate come popolo verso la guarigione del cuore e la fine di questa tremenda pandemia.

Il suggerimento per oggi è semplice: prega sentendoti parte di un popolo, che ha bisogno di te, che soffre e cammina con fiducia, verso il superamento di questa difficile tappa.

Buona continuazione a tutti del vostro cammino.
Arrivederci carissimi amiche e amici!

Vostro P. Enrico s.j.

lunedì 30 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #22

Lunedì 30 marzo 2020


Lunedì della V settimana di Quaresima

Buon nuovo giorno amiche e amici carissimi.
Oggi siamo invitati a un tema antico e sempre nuovo:
DIO è misericordia (Papa Francesco)

Testi: Dn 13,41c–62 Sal 22(23) Gv 8,1-11
 
La liturgia di oggi ci presenta, prima una donna che, per salvare la sua castità, viene accusata falsamente, dai due uomini che non sono riusciti ad approfittare di lei, e viene condannata a morte. Solo la coraggiosa sagacia di un ragazzo, Daniele, che interviene quando ormai tutto sembrava compromesso, fa emergere la verità e lei, mentre già si era ai preparativi per l'esecuzione, viene restituita alla dignità e alla vita.

Nel Vangelo una donna colpevole di adulterio, viene salvata dalla lapidazione, che prescriveva la legge Mosaica, da Gesù stesso. Attraverso uno sconosciuto, o un amico, o un angelo oppure direttamente Lui, il Signore, interviene con la sua misericordia: "Nelle notti della vita Dio dice: <non temete>! Coraggio, non smarrire la fiducia, non perdere la speranza... Umanità, Dio ti ama e per te si è fatto uomo, non sei più sola!" (Papa Francesco, 24/12/2019).

Inoltriamoci ora per un momento nella scena del Vangelo. Gesù è a Gerusalemme, nel piazzale del Tempio: c'è molta gente attorno a Lui che, assorta, lo ascolta. Ma, ecco, passi concitati, vocio e grida scomposte e davanti una donna, mezzo svestita, impaurita. Tra spinte e minacce lei, tutta tremante, si trova lì nel mezzo. I capi hanno trovato il bersaglio giusto per sfogare i loro istinti morbosi e per "incastrare" il Maestro. Due piccioni con una fava!


Facciamoci anche oggi aiutare dall'arte. Nel mosaico che abbiamo davanti, del P. Marko Ivan Rupnik S. J., che si trova nella cripta di S. Giovanni Rotondo dedicata a S. Padre Pio, ci viene presentata la scena: Gesù ha appena eluso il loro trabocchetto, non ha risposto né si né no; ma ha solo indicato con voce ferma e calma un ordine nell'esecuzione "chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". E si è fatto il deserto. Ora Gesù è solo con la donna: lei è in ginocchio e Lui è lì in ginocchio di fronte a lei, occhi negli occhi, perchè il suo cuore arrivi, direttamente, a risollevare e sanare il cuore della donna. Con una mano Gesù tiene ferme le pietre, quelle che avevano preparato per lapidarla (e forse, segno anche di quelle che avevano già scagliato con le loro minacce e le loro scarnificanti accuse contro di lei). Sullo sfondo vediamo i farisei di schiena che si allontanano, tutti grigi, di pietra, come i loro cuori.
Nel Vangelo non è proprio così, i due sono in piedi ma sempre Gesù si pone a livello dell'altro, volto contro volto. Qui l'autore ha voluto mettere in evidenza la condiscendenza di Gesù davanti alla donna ferita e umiliata, in ginocchio come il suo cuore. Condiscendenza che lo porta ad abbassarsi di fronte a lei. Gesù sempre sa trovarsi in filo diretto con l'interlocutore.
S. Agostino, con adorante ammirazione annotava: rimasero lì, l'uno davanti all'altro, "misera et Misericordia", la meschina e la Misericordia!
Ecco il tuo posto: davanti al Signore che ti guarda con amore tenero e vivificatore.


Spunti per la riflessione/preghiera

__1). Prova a ricordare i momenti in cui il Signore ti ha messo la mano sulla spalla e poi, occhi negli occhi, ha allontanato la paura dal tuo cuore, magari attraverso un amico, un fratello, una sorella.

__2). Quali sono le pietre che tieni nel tuo ripostiglio? Chiedi al Signore che non ti permetta di lanciarle?


Arrivederci carissime amiche e amici e buona giornata, benedetta giornata!
 
Vostro P. Enrico s.j. 
 


domenica 29 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #21

Domenica 29 marzo 2020


Domenica della V settimana di Quaresima



Buon nuovo giorno amiche e amici carissimi.

Il Signore ci dia, già da oggi, di vivere da risorti!



Testi: Ez 37, 12 - 14 Sal 129 Rom 8, 8 - 11 Gv 11, 1 - 45


Le letture di questa domenica trasudano della forza dello Spirito.

Il profeta Ezechiele, in questo momento difficile, che ci appare come di sospensione e di morte, riporta la promessa di Dio che può rimettere in corsa i nostri cuori: "Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete".

Una parola forte di cui sentiamo tanto bisogno! E San Paolo afferma, con grande forza e senza tentennamenti, che questa promessa si è già avverata: "Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito abita in voi".

E nel Vangelo vediamo chiarissimo nello stile di Gesù come lo Spirito si manifesta.



Tre semplici flashes:
__1). Il modo con cui Gesù viene informato della tempesta che, improvvisamente, si è abbattuta su quella famiglia. Lazzaro è grave. "Le sorelle mandarono a dire a Gesù: Signore, ecco, colui che tu ami è malato". Non implorano, non supplicano: vieni, guariscilo...! Soltanto presentano la situazione dolorosa, fiduciosamente certe, lasciano carta bianca al Maestro, sapendo che interverrà come sa fare un amico vero. Credo che possiamo imparare anche noi da questa preghiera e cominciare a mettere vicino a "colui che tu ami" il tuo nome, il nome dell'amico, fratello, sorella per cui sei preoccupato.

__2). A causa di Lazzaro scaturisce dalle labbra di Gesù una delle più alte, e per noi incoraggianti, verità: "Io sono la Resurrezione e la vita". Osserva P. Ermes Ronchi: "Notiamo la disposizione delle parole: prima viene la Resurrezione e poi la vita. Secondo logica dovrebbe essere il contrario, invece no: io sono risurrezione delle vite spente, sono il risvegliarsi dell'umano, il rialzarsi della vita che si è arresa. Vivere è l'infinita pazienza di risorgere, di uscire fuori dalle nostre grotte buie... e, tolte le bende dagli occhi e da vecchie ferite, partire di nuovo nel sole..."
__3). "Scioglietelo e lasciatelo andare!" Non: portatelo da me; almeno la soddisfazione di gustare del prodigio operato, magari ricevere un grazie. Niente di tutto questo! L'amicizia è amore, premura coraggiosa, e sempre porta libertà, e mai catene, neanche affettive.
Spunti per la riflessione/preghiera



__ Fermati: a contemplare questo Gesù che vive fino in fondo l'amicizia: cammina per due giorni, si espone, consola, si commuove fino al pianto, restituisce alla vita.
 
__ Fermati: su quelle parole di P. Ermes: "Vivere è l'infinita pazienza di risorgere".

__ Fermati: se vuoi, osservando il dipinto, lasciati interpellare dai sentimenti che provi.

Questa ultima parola ci invita a lasciarci aiutare dall'arte che può aprirci spiragli nuovi sul mistero che è davanti a noi.

Vediamo in questo dipinto di Giotto la Resurrezione di Lazzaro, che si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova, a sinistra è collocato il gruppo degli apostoli con l’aureola, dai quali spicca Gesù, lievemente rialzato rispetto agli altri, la mano levata che si staglia contro il cielo azzurro. Le espressioni dei volti comunicano stupore e attesa. Gesù ha appena gridato: “Lazzaro, vieni fuori”. Prostrate ai suoi piedi le sorelle del morto — Marta, vestita di chiaro, in primo piano; dietro di lei, in rosso, Maddalena — sono ignare di quanto accade alle loro spalle, dove un secondo gruppo è agitato da un movimento convulso di sconcerto e meraviglia. Sul lato destro, speculare alla figura di Gesù, c’è Lazzaro, avvolto in bianche bende, come una mummia. San Pietro gli sta svolgendo le fasce; un apostolo si tura naso e bocca con un lembo dell’abito per non respirare il tanfo di putrefazione che si leva da lui. L’affresco è muto e inodore, eppure Giotto attiva tutti i nostri sensi, e ci fa percepire i bisbigli, le parole, la puzza; a destra, due garzoni trascinano la lastra di marmo della tomba, riprodotta con virtuosismo in tutte le sue venature.


Buona giornata del Signore , buona domenica, che sia un tempo di serenità e di speranza.
A domani amici carissimi!

 
Vostro P. Enrico s.j. 

 

sabato 28 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #20

Sabato 28 marzo 2020
 
Sabato della IV settimana di Quaresima

Ben ritrovati preziosi e carissimi amiche e amici.
Oggi siamo invitati a soffermarci su un binomio: scegliere e schierarsi.

Testi: Ger 11, 18 - 20 Sal 7 Gv 7, 40 - 53
Ci stiamo inoltrando verso l'apice del tempo quaresimale e i riferimenti alle persecuzioni e alla fedeltà a Dio si fanno sempre più insistenti.
Il profeta Geremia, con le ingiuste angherie a cui è fatto segno, anticipa profeticamente qualcosa di quanto succederà a Gesù: "Non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: abbattiamo l'albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome".
Il Vangelo ci riporta ancora, in continuità con il testo di ieri, nell'ambiente della Festa delle Capanne, una delle più importanti dell'anno degli Israeliti, perchè si ricorda il cammino dei quaranta anni nel deserto. Elemento dominante della Festa è l'acqua, con la solenne preghiera per invocare la pioggia. L'acqua è preziosissima nel deserto e il popolo più volte aveva sofferto in modo estremo la sete.
Le parole che avevano scatenato la discussione accesissima su Gesù, che leggiamo oggi, erano state le parole gridate dal Maestro ritto in piedi: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me". Parole che troviamo subito prima del testo che abbiamo davanti. Gesù aveva avuto il coraggio di rivelarsi come la Roccia da cui scaturisce l'acqua viva. Ne aveva parlato con la Samaritana, in un dialogo a tu per tu, qui lo fa pubblicamente, davanti a tutti, nel giorno più importante della Festa. Era come proclamare la sua identità, il suo essere Messia. Nella discussione che ne segue, troviamo tutte le posizioni: i credenti, i negatori e gli incerti. Su tutti si abbatte la scure dei farisei, alcuni dei quali mandano guardie per arrestare Gesù e così mettere tutto a tacere e far sparire il Maestro di Nazareth, eliminando il problema che ormai aveva messo in serio pericolo il loro potere e la loro autorità.
Ma questo breve testo nasconde due perle di coraggio:
le guardie, che inviate per catturare e arrestare Gesù, tornano indietro a mani vuote e alla intimidatoria domanda dei capi: "Perchè non lo avete condotto qui" Consapevoli delle ritorsioni a cui si espongono, rispondono, con semplice e disarmante audacia: "Mai un uomo ha parlato così".
L'altra perla è l'assolo di Nicodemo, unico tra i farisei a prendere le difese di Gesù, proponendo un criterio di semplice giustizia: "La nostra legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?" Nessuna tracotanza, nessun fanatismo, solo ricerca autentica della giustizia.
Cari amici, credere così profondamente, da avere la forza di andare anche contro corrente! Questa è la grazia da chiedere: una fede così viva che, senza ostentazione, ma con profonda sincerità, ci trovi sempre schierati dalla parte di Gesù e della Bontà di Dio, Padre Provvidente.

Spunti per la preghiera/riflessione
I personaggi del Vangelo ci fanno da specchio, chi sono:

i capi: che vivono la loro religiosità con impegno serio, intransigente e rigido;

le guardie: che mostrano pronta fermezza;

Nicodemo: anima dubitosa, che pure si affida al segno profondo lasciatogli dall'incontro notturno con Gesù, fino a sentire l'impulso a esporsi per Lui.

____ In quali loro aspetti ti riconosci meglio?

____ Che cosa, oggi, vorresti chiedere al Signore riguardo al tuo rapporto con Lui?

Serena e benedetta giornata a tutti e a ognuno di voi carissimi!
 
Vostro P. Enrico s.j. 
 

venerdì 27 marzo 2020

I messaggi di padre Enrico - Quaresima #19

Venerdì 27 marzo 2020


Venerdì  della IV settimana di Quaresima


Buongiorno a voi amiche e amici preziosi e carissimi.
Auguro a tutti una giornata vissuta con gli occhi del cuore
spesso fissi sul coraggioso e mite andare di Gesù verso la sua ora...


Testi: Sap 2,1a.12-22.  Sal 33(34) Gv 7, 1-2.10    25-30.
Il venerdì è sempre nel cuore della Chiesa e di ogni fedele, il tempo in cui lasciarsi penetrare dall'amore-dolore con cui Gesù viene, senza tentennamenti e fino all'estremo segno, incontro all'uomo, a ciascuno di noi, a me, a te. Oggi le letture, senza mezzi termini e in modo chiaro e impietoso, ci mettono davanti l'odio e il suo percorso inarrestabile, un odio assetato di sangue e che trova tutti i pretesti per sfogare la propria malvagità.


"Vediamo se le sue parole sono vere...Se infatti  il giusto è figlio di Dio egli verrà in suo aiuto e lo libererà. Mettiamolo alla prova con violenza e tormenti...condanniamolo a una morte infamante...". Così la profezia nel libro della Sapienza! (Papa Francesco ha spiegato la profezia con parole più vicine a noi, come “cronaca in avanti”). Nel Vangelo la profezia comincia a realizzarsi e a prendere una forma precisa: "Gesù non voleva più percorrere la Giudea, perchè i Giudei cercavano di ucciderlo".


Oggi è giorno di Via Crucis, richiamo forte a contemplare come Gesù risponde in modo coraggioso e mite all'odio. E' preziosa questa preghiera che si snoda passo passo sulla strada del Calvario e che porterà Gesù a morire tra dolori lancinanti per te, per me, per tutti. Per Papa Giovanni Paolo II non passava giorno senza la Via Crucis. Così anche Papa Francesco, che porta sempre in tasca un piccolissimo libretto della Via Crucis. Gesti eloquenti che ci dicono che se non ritorniamo con insistente frequenza sulle sofferenze di Gesù, non sarà possibile capire, almeno un poco, quanto ci ha amato.


E' tristezza amara la mia. Mi sono trovato come in un buio tunnel: perchè tanto dolore, tanto infierire contro un uomo che ha fatto solo del bene, che ha guarito, consolato, sfamato, ridato speranza? Indignazione e amarezza certo, ma sono rimasto male anche perchè, cosi poco il mio cuore si lascia inorridire per tanta ingiustizia, e commuovere e vibrare per un così grande amore.


Ho sentito il bisogno di rifugiarmi vicino al cuore tenero e profondo di Maria, la Madre, da cui mi sono venuti due riflessi di luce e di consolazione:


__IL PRIMO: pensare ai miei tanti fratelli nel sacerdozio che assieme a tanti altri uomini e donne generosi hanno dato e continuano a dare se stessi, spesso fino alla morte, per stare vicino a chi è nel bisogno. (Leggevo nell' Avvenire di ieri che solo nella Diocesi di Bergamo sono morti, in questo tempo, 23 sacerdoti). Fratelli tutti che continuano la scia d'amore tracciata da Gesù.


__IL SECONDO motivo di conforto: un canto dolcissimo a Maria "Madre io vorrei tanto", inviatomi come video da un'amica, video che vorrei, come piccolo prezioso dono, condividere con voi. Perchè ci aiuta ad aprire lo scrigno del cuore di Maria e la cerbità delle sofferenze di Gesù.


Buona giornata di contemplazione di Gesù, di accoglienza delle sue consolazioni.
Che il Signore ci conceda oggi di sentire vibrare in noi, almeno un poco, l'amore con cui Lui ci ha amato.
Un caro saluto a tutti e a ciascuno di voi.
Vostro P. Enrico s.j.