lunedì 27 febbraio 2017

venerdì 17 febbraio 2017

ROMA 2017: Famiglie al servizio di altre famiglie.


 L'incontro di coordinamento di Roma (28-29 gen. 2017):

famiglie al servizio di altre famiglie

 



"E’ stato veramente un momento importante per noi, credo che il passaggio più significativo sia stato quello delle risonanze di domenica mattina. Dopo le suggestioni di Padre Piva c’è stato un movimento del cuore da parte di tutti. Una profonda sintonia di intenti per far emergere quello che aveva commosso nel profondo lasciando lo spazio per aggiungere, non per riempire.

Vedere come tanti padri e madri si siano confrontati con il mistero della parola di Dio mi ha profondamente commosso. Mi è stato chiesto di fare da moderatore, pertanto ho potuto osservare tutti, dalla posizione privilegiata di chi siede in cattedra e deve catturare l’attenzione dei presenti.

Devo dire che però la mia prospettiva rispetto a ciò era completamente ribaltata: sono io che mi sono sentito spettatore stupito di tanti sguardi profondi e di tanta voglia di mettersi al servizio.

Credo che questa sia la dimensione più importante che mi riporto a casa e che, a distanza di qualche giorno, nel rientro alla quotidianità, affiora con più chiarezza.

Le famiglie degli esercizi vogliono mettersi al servizio delle altre famiglie, dei religiosi, di tutti quelli che sono in cerca. Vogliono mettere a disposizione il loro modo di stare insieme, di pregare insieme, di vivere insieme."

LA PAROLA-GUIDA PER GLI ESERCIZI SPIRITUALI 2017 


"La meditazione sul brano di Abramo (Genesi 22, 1-18) è stata molto profonda e alternativa, mi ha fatto capire ancora una volta, come l’Antico Testamento, anche se si chiama "antico", sia di fatto attualissimo.
Il concetto di famiglia come "comunità da evangelizzare" e quindi da aprire e re-interpretare sotto gli occhi di Dio, che vedono più in là ….. E sotto quello Sguardo affiorano gli egoismi, i vincoli, le schiavitù che apparentemente, nel sentire comune, sono amore, protezione, ovvietà.
Abramo ama suo figlio, ma in realtà lo possiede, ama il sentimento che lo lega al figlio e quello che il figlio rappresenta per lui. Dio vuole far maturare questo sentimento, lo vuole elevare ad un amore che sia “a mani aperte”.
Per fare questo Dio sceglie un intervento traumatico ma decisivo e chiede ad Abramo di offrire il figlio in sacrificio. Accettando questo Abramo rinuncia al possesso del figlio, anche al possesso affettivo, e lo dona.
E in quel momento lo riceve indietro, perché Dio non voleva "il sacrificio del figlio" ma "il sacrificio di Abramo", che in questo modo ha offerto a Dio il proprio desiderio e quello che il figlio rappresentava per lui. E’ una purificazione molto difficile anche da capire, perché arriva al cuore degli affetti familiari e mira al rinnovamento e alla maturazione profonda degli affetti all’interno della famiglia.
Cosicché, come ha detto Padre Piva, i legami affettivi all’interno della famiglia possono diventare fonte di dono per gli stessi membri e per la società, e non legami che chiudono verso l’interno.
E’ il ripensamento della famiglia in chiave cristiana che, portato alle sue estreme conseguenze logiche ed affettive, fa intravedere un potenziale effetto di accoglienza, di apertura, di comprensione, di inclusione della Chiesa come insieme di famiglie.
E’ un tema totalmente aperto, da esplorare, davanti al quale non dobbiamo temere, e accettare integralmente la radicale parola di Dio."


Angelo e Liliana, da Firenze

mercoledì 1 febbraio 2017

"A caldo" dopo l'incontro di coordinamento a Roma.

Alcuni momenti della Due-giorni di coordinamento svoltasi a Roma, il 28 e 29 gennaio 2017

Quando sono partito per partecipare all'incontro di verifica degli Esercizi Spirituali 2016 e di programmazione per quelli della prossima estate ero un po' "giù di corda" a causa del momento di prova che si sta passando in famiglia; motivo per il quale mi sono messo in viaggio fisicamente da solo. Già dall'inizio del viaggio però ho avvertito "il sussurro di una brezza leggera": sul gruppo WhatsApp arrivavano le notizie delle varie famiglie che da ogni parte d'Italia si muovevano per giungere a Roma. Elena, leggendo i vari messaggi, non ha potuto fare a meno di esordire dicendo: "Non so voi... io mi commuovo... da Trento, da Catania". Sì, anche a me questa dinamicità, questo gioioso movimento di famiglie ha riempito il cuore di gioia! Ed è proprio la gioia del Vangelo che ha mosso tutte queste famiglie che, con lo sguardo fisso su Gesù, hanno deciso di confrontarsi sul come riproporre ad altre famiglie la grazia ricevuta; cioè incontrare il Signore in un cammino personale, di coppia, di famiglia e con altre famiglie: gli Esercizi Spirituali per famiglie appunto!

Umberto Bovani, responsabile per la spiritualità familiare legata ai gesuiti, sapientemente ha evidenziato le ragioni che portano sempre più famiglie a FARE gli Esercizi Spirituali e poi a rimanere totalmente dentro gli Esercizi nel vivere ordinario, a casa, al lavoro, nelle difficoltà: «Siamo in cammino nella direzione di una "santità diffusa", confusa tra le strette maglie di una vita semplice, apparentemente ordinaria; una santità non per pochi... una santità a volte smarrita nel disordine di ogni giorno. E in questa densità di vita spesso ci si smarrisce senza neanche accorgersene, ed è proprio da qui che si deve ri-partire. Questo è il nostro "Principio e fondamento": ritrovare il senso del nostro esistere nella grammatica del vivere ordinario. Dunque, gli Esercizi servono a ridisegnare un'appartenenza, ritrovare il cammino smarrito insieme a colui/colei che il Signore ci ha messo accanto; l'altro, che ci permette di capire da dentro ciò che possiamo vedere solo da fuori. Facciamo gli Esercizi non perché la nostra vita sia povera di eventi, ma perché ogni evento, come la nostra vocazione sponsale, rivendica uno spazio dove possa essere guardato nella sua realtà e quindi contemplato, e quindi compreso»

Padre Pino Piva, responsabile per gli Esercizi Spirituali della Provincia d'Italia dei Gesuiti, ha evidenziato però che la famiglia deve essere evangelizzata, deve lasciare spazio al Signore. Il Signore col Vangelo vuole portarci un messaggio di gioia e chiede la "conversione alla gioia". Ma il Vangelo è anche una sfida per la famiglia; una sfida che passando per la fatica e la prova porta alla morte della "famiglia che lega e non genera", per poi farla risorgere, e farla diventare portatrice di un futuro e luogo di relazioni inclusive... famiglia accogliente.



Non sono mancati altri doni: una settima sede per Esercizi Spirituali per famiglie in Veneto e soprattutto la possibilità, ormai sempre più concreta, di aumentare le maglie di una RETE DI FAMIGLIE IGNAZIANE costituita da famiglie che hanno sperimentato il dono degli Esercizi Spirituali e che hanno il desiderio di riproporre ad altre famiglie questo cammino; proponendo la spiritualità ignaziana in chiave laicale e domestica. 

In ultimo, mi sento di ringraziare le famiglie romane per la fraterna accoglienza, Elena e Paolo per il prezioso lavoro di coordinamento, p. Enrico Deidda e i padri gesuiti che ci seguono in questo cammino, le guide laiche e ciascuno dei presenti per il contributo dato. Sono tornato da poco a Catania, ho portato in famiglia i vostri abbracci, le vostre preghiere, i vostri sguardi... nuovamente "il sussurro di una brezza leggera"... Grazie al Signore perché ha voluto donarci tutto ciò. 


P. Enrico Deidda sj con Massimo Di Paola, referente della sede della Sicilia

Massimo, da Catania